Referendum, Berlusconi annuncia il sì e la Lega insorge

di Angela Oliva

 ROMA. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato che voterà “sì” al prossimo referendum sulla legge elettorale del 21 giugno.

Il referendum – spiega il premier – dà il premio di maggioranza al partito più forte. V vi sembra che io possa votare no? La risposta è ovvia”. Le affermazioni di Berlusconi hanno scosso non poco la maggioranza e, in particolar modo, la Lega che sarebbe il partito maggiormente penalizzato in caso di un esito positivo del referendum.

E’ una presa di posizione che noi non condividiamo e che cercheremo di fargli correggere. – ammette il Ministro leghista Roberto Maroni – In caso di vittoria del “sì” sarebbe inevitabile trarre le conseguenze di una così forte spinta popolare. E’ difficile che il parlamento possa fare una nuova legge elettorale dopo un referendum così carico di significato politico. Perciò bisogna evitare che avvenga il danno, – conclude – perchè se avviene, poi, tanti saluti”.

Anche il Pd va all’attacco con il segretario Dario Franceschini che sottolinea il dissidio nella maggioranza: Berlusconi più che masochista è surrealista perché vuole abrogare una legge che hanno fatto lui e la sua maggioranza. Nessun problema per noi, visto che Berlusconi tutti i giorni si sta impegnando ad umiliare la Lega, bocciando le ronde, le norme sui Cie e ora dicendo sì al referendum. Gli italiani – ribadisce Franceschini – non vogliono svegliarsi l’8 di giugno con un padrone assoluto. Le regole vanno cambiate insieme. Se Berlusconi scegliesse ancora una volta la modifica a maggioranza della Costituzione andrà a sbattere contro un muro perché nel referendum confermativo gli italiani gli diranno di no”.

Il partito del premier, però, lo appoggia come afferma il portavoce del Pdl Daniele Capezzone: “Berlusconi interpreta il desiderio di semplificazione e di chiarezza degli elettori italiani. La politica ha già fatto molto, alle elezioni del 2008, per accelerare il consolidamento di un quadro politico più simile a quello dei Paesi dell’Occidente avanzato; oggi, con il referendum, gli italiani potranno fare, se lo vorranno, un ulteriore passo in quella positiva”.

Ad esultare in questa situazione è Mario Segni, coordinatore del Comitato referendario, che ha affermato: “In una politica caratterizzata dalle ambiguità il sì di Berlusconi è un atto di chiarezza che gli fa onore. Il sì ha un grande valore: è un passo decisivo verso lo smantellamento di una legge infausta che ha ridotto il parlamento a una assemblea di nominati”.

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