ROMA. Il ministro dellInterno Roberto Maroni ha annunciato che sono stati riportati a Tripoli altri 240 clandestini trovati in mare.
La linea della fermezza in materia di immigrazione – ha assicurato il ministro – continuerà finché gli sbarchi non cesseranno. Accanto a questo continuerà anche laccoglienza per chi arriva e riesce ad entrare con la verifica se ci sono o meno i requisiti per lottenimento dello status di rifugiato. Ma la linea è quella dei respingimenti. Chi non entra nelle acque territoriali italiane sarà rispedito da dove è venuto così come prevedono le normative internazionali che noi applichiamo rigorosamente. Negli ultimi cinque giorni sono stati respinti oltre 500 clandestini.
Intanto, non solo la linea dura di Maroni ma anche le recenti dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi (Siamo contrari allidea di unItalia multietnica) scatenano la polemica. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, commenta: Strumentalizzare questo tema a fini di campagna elettorale è orrendo e disgustoso. Per coprire le sue imbarazzanti vicende personali e per non parlare della distanza siderale tra le cose promesse in Abruzzo e quello che cè nel decreto si inventano una cosa simbolica sullimmigrazione. Trovo orrendo che si usino i drammi delle persone per cavalcare un argomento popolare.
Per il leader dellIdv, Antonio Di Pietro, di questo passo in Italia non faremo entrare neanche Obama. Berlusconi – aggiunge Di Pietro – non sa neanche che vuol dire la parola multietnica. Poi chi cerca una sola razza sappiamo bene cosa fa. DallUdc Pier Ferdinando Casini sbotta: Chi guida il Paese non deve fare demagogia o compiacere la Lega, deve risolvere i problemi. Dire no ad una società multietnica significa chiudere le nostre fabbriche, non avere collaborazione per i nostri anziani e delineare una società che non esiste.
DallOnu, Laura Boldrini, portavoce dellagenzia Unhcr per i rifugiati, accusa: Respingere in Libia gli immigrati dichiara la Boldrini a Repubblica – entra in rotta di collisione col diritto di asilo, così come è regolato da leggi nazionali, europee e internazionali. Esiste infatti il principio del non respingimento nel caso di gente bisognosa di protezione. La Libia non ha firmato la convenzione di Ginevra sui diritti di rifugiati, non ha un sistema di asilo in linea con gli standard previsti e non possiamo entrare in tutti i centri di detenzione. Non siamo in grado di garantire la loro effettiva protezione se vengono rispediti in Libia, dove stiamo lavorando per avere un riconoscimento formale della nostra presenza potendo così entrare nei centri.
Anche i vescovi italiani intervengono nella vicenda, in particolare sulle dichiarazioni di Berlusconi: LItalia multietnica e multiculturale è un valore ed esiste già di fatto, dice allAnsa il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, osservando che il problema è invece il modo in cui le culture e le presenze si rapportano perché non si cresce insieme in una accozzaglia disordinata e sregolata.