Oggi, 18 maggio 2009, se fosse ancora tra noi avremmo fatto gli auguri di compleanno alla personalità più importante del secolo scorso: Giovanni Paolo II.
Il Papa di tutti noi, salito al cielo cinque anni fa a cui mi sento particolarmente vicino. A lui voglio scrivere questa lettera con l’affetto di chi scrive ad una persona particolarmente cara:
Caro Giovanni Paolo, è la seconda volta che ti scrivo e credo che lo farò, almeno in questo giorno anche a me particolarmente caro, fin quando ne avrò la forza. Auguri per il tuo ottantanovesimo compleanno che starai festeggiando insieme a tutti i santi del Paradiso.
Come sempre spenderai il tuo tempo per raccomandare a tutti i tuoi coinquilini di salvaguardare la pace nel mondo. Il tuo successore proprio in questi giorni è impegnato in Terra Santa per la missione a te più cara. Quanto ci manchi, quanto manchi ai poveri, agli Ultimi di questa Terra che in te avevano riposto mille speranze. Ai “tuoi” giovani che tu chiamasti “costruttori della civiltà dell’amore, sentinelle del mattino e popolo delle beatitudini”, ai malati per i quali la tua attenzione è stata sempre assidua.
Molte cose di questo mondo sono cambiate, grazie anche al tuo ministero. Il muro di Berlino è solo un lontano ricordo, la tua Polonia è finalmente libera ma, sono ancora tante le cose che non vanno e, ti prego, veglia su questa Terra e poni tutti sulla retta via.
Tanti auguri Giovanni Paolo II. Grazie per tutto quello che ci ha dato e ci darai da lassù, per il tuo esempio, per le tue parole, per le tue preghiere, per come hai vissuto gli ultimi tormentati giorni su questa terra prima di ritornare alla casa del Padre.
