BARI. L’intreccio tra politica e affari nella fornitura di prodotti e servizi alla sanità pugliese fa saltare la giunta regionale del governatore Nichi Vendola, il quale ha chiesto e ottenuto da tutti gli assessori di rimettere il mandato nelle sue mani.
Il leader di Sinistra e Libertàha motivato la decisione affermando che “è legata a fatti politici nuovi” (riferendosi ai risultati elettorali) e “fatti indirettamente politici” (la necessità di una questione morale che deriva dalle inchieste in corso). “La sovrapposizione dei due fatti – ha commentato – è sotto gli occhi di tutti”. “Ho il potere in questo momento di riformulare la giunta, con nuovi contenuti e perimetri, con nuove alleanze. Sono molto interessato a discutere con Casini, con Di Pietro“. “Tutto questo – ha detto Vendola – è un atto contrario all’azzeramento, è un atto di straordinaria generosità. È un voler ricominciare e rilanciare la coalizione, rafforzarla”.
La richiesta di Vendola giunge in seguito a un’inchiesta della procura di Bari, coordinata dal pm Desirée Digeronimo,che haconvocato come testimone lo stesso Vendola, che sarà ascoltato il 6 luglio.
Intanto, il direttore generale della Asl Bari, Lea Cosentino, è stata sospesa in via cautelare dalla giunta regionale pugliese dall’incarico: “Ho preso atto della volontà della giunta regionale di adottare un provvedimento di sospensione cautelativa delle mie funzioni che dovrebbe essere a mio avviso però prodromico di altro provvedimento. Ovviamente con i miei legali, con il mio collegio difensivo, adotterò tutte le misure che possano in qualche maniera tutelare la mia posizione sia a livello amministrativo sia a livello penale”.
Dal coordinamento regionale del Pdl duro attacco al governatore:”Le dichiarazioni con cui Vendola giustifica l’azzeramento della giunta regionale pugliese sono politicamente gravissime. Dice che le inchieste della magistratura a carico della sua giunta nascono anche dalle inchieste amministrative interne che lui stesso ha avviato”, affermanoil coordinatore e il vicecoordinatore Francesco Amoruso e Antonio Distaso. “Vuol dire per caso – si chiedonoi due leader pugliesi- che ha scoperto di aver governato per oltre quattro anni nel malaffare? Che ha chiesto il sigillo della magistratura per azzerare la giunta? E così facendo pensa forse di essere assolto non solo politicamente da tutte le sue responsabilità di presidente? In passato per molto meno altri presidenti di Regione hanno avuto sorti e trattamenti giudiziari ben diversi quando non erano neanche più presidenti, cosa induce Vendola a pensare di potersi dissociare dall’operato del suo governo?”. “Delle due l’una: se ci sono fatti connessi ad una questione morale dell’intera sinistra regionale che lui sa più e meglio di altri come spesso gli accade – concludono – dovrebbe dimettersi anche lui. Se invece Vendola coglie al balzo la palla delle inchieste giudiziarie come pretesto per allargare la maggioranza e la giunta, prima che altri lo facciano a sue spese, dovrebbe dimettersi lo stesso e chiedere il consenso degli elettori, consentendo alla Puglia di tornare a votare e a scegliere”.