CAMPOBASSO.Si sono svolti nella cattedrale di Campobasso i funerali del primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, morto martedì scorso nell’esplosione di una bomba ad Herat, in Afghanistan.
La bara, avvolta dal tricolore, è giunta in chiesa dal militare regionale dell’esercito,salutata da una folla di persone che ha gremito l’intera piazza antistante.Presente ilministro della Difesa Ignazio La Russa, assieme ai sindaci di Campobasso, Oratino (paese d’origine del 25enne) e Castellino del Biferno.
Durantel’omelia, l’ordinario militare monsignor Vincenzo Pelvi, che ha concelebrato con l’arcivescovo di Campobasso, monsignor Grancarlo Bregantini, rivolgendosi ai familiari del giovane parà della Folgore, papà Nunzio e mamma Addolorata, e alle sorelle Maria e Valentina, ha detto che “il dolore della famiglia di Alessandro attraversa tutta la nazione”. “Alessandro era un instancabile operatore di pace, di quella pace che viveva in lui in quanto giovane allegro e solare”. “In Afghanistan come in tante altre zone del mondo – ha aggiunto monsignor Pelvi – le nostre missioni sono di pace, per portare stabilità e sviluppo, ma anche per difendere la sicurezza della nostra nazione e l’occidente dalla minaccia del terrorismo globale. In quelle aree vogliamo anche aiutare a ricostruire l’economia, soprattutto l’agricoltura che deve sostituire la coltivazione dell’oppio da cui il terrorismo attinge ai finanziamenti”. “Il terrorismo – ha concluso – ha paura degli italiani perché siamo un popolo di solidarietà”.
Una delle due sorelle del parà ha ricordato commossa, al termine delle esequie, il fratello. In un breve messaggio letto con commozione anche a nome dei genitori, ha detto: “Porgo un ringraziamento a tutti dal profondo dell’anima”. Ricordando le ultime telefonate del fratello ha detto ancora: “Mi rimproverava che non sapevo tranquillizzare mamma e papà'”.”Alessandro era nato a Campobasso – ha concluso – e lo dico perché ne era orgoglioso”.