ROMA.Le compagnie petrolifere non vogliono saperne di ridurre il prezzo dei carburanti, neanche di quei 2 centesimi di euro al litro chiesti dal ministero dello sviluppo economico.
Il responsabile delle relazioni esterne dell’Unione petrolifera, Marco D’Aloisi, al termine dell’incontro con il sottosegretario allo sviluppo economico, Stefano Saglia, ha spiegato che “le compagnie, nella loro piena autonomia, ritengono non ci sia spazio per una riduzione dei prezzi” e ritenuto “ingiustificata” l’attenzione mediaticadata alle associazioni dei consumatori.
Bocciata anche l’ipotesi di una previsione trimestrale dei prezzi (così come già avviene per il gas e l’elettricità) che è allo studio del ministro Scajola: “Sarebbe un ritorno all’indietro, sarebbero prezzi amministrati e, negli anni ’70, quando c’erano i prezzi amministrati molte compagnie hanno lasciato il paese”. Piuttosto per D’Aloisi “il governo potrebbe sterilizzare l’Iva”. “I rincari – aggiunge il responsabile dell’Up – sono ampiamente giustificati e crediamo che non ci sia spazio per ridurre il costo alla pompa. Finchè siamo in un regime di libero mercato, il costo della benzina segue l’andamento del mercato”.
Ma il sottosegretario Scaglia avverte: “Si contraddice il principio della libera concorrenza e della libera fissazione dei prezzi. Ma è chiaro che in certe circostanze il governo può anche perdere la pazienza”. “Se venisse meno l’impegno delle compagnie ad evitarerialzi nei prossimi giorni contraddistinti dall’esodo estivo, allora valuteremo lapossibilità di sanzioni amministrative”. “Noi abbiamo chiesto di ridurre i prezzi ma non siamo in un regime sovietico, – sottolinea Scaglia – al massimo possiamo operare una moral suation nei confronti delle compagnie”.