Bossi: “Non siamo contro l’Inno. Solo forzature dei giornali”

di Redazione

Umberto Bossi MILANO. Ai microfoni di Sky Tg24, il leader della Lega Umberto Bossi corregge il tiro dopo lo “show” tenuto durante la tradizionale festa della Lega Nord a Ponte di Legno.

Il ministro delle Riforme ha parlato di Inno di Mameli (“Non lo conosce nessuno, meglio il Va Pensiero”), di gabbie salariali e della proposta di insegnamento del dialetto nelle scuole, senza dimenticare il nostalgico refrain di “Roma ladrona”, creando non pochi malumori all’interno del governo e del centrodestra.

Ma lui chiarisce la sua posizione e addebita la polemica alla stampa: “Per non parlare dei salari, delle gabbie salariali e della necessità di aumentare i salari si sono inventati che la Lega è contro l’inno italiano. Invece noi siamo per aumentare i salari e chiediamo i salari su base territoriale legandoli al costo della vita”. “I giornali d’estate non vendono per questo fanno qualche forzatura – ha aggiunto Bossi- Ho detto che ero commosso per il fatto che i padani conoscessero benissimo l’inno della Padania ‘Va pensiero’. Da lì uno può fare della dietrologia: se cantano ‘Va pensiero’ sono contro ‘Fratelli d’Italia’ ma non è così”.

Forse è da collegare alle parole espresse ieri da Bossi l’atto vandalico avvenuto a Recoaro, in provincia di Vicenza, dove ignoti hanno decapitato proprio la sua statua, situata nel giardino dell’albergo Augusteo. La localesezione della Lega chiedela restituzione della “testa del senatur” in modo che la statua possa essere restaurata.

Intanto, ieri il Pdl ha preso le distanze dal senatur. Il commento più incisivo è quello del ministro della Cultura Sandro Bondi, coordinatore del partito di Berlusconi: “Le ripetute dichiarazioni propagandistiche, ad uso dei militanti della Lega ma non solo, indeboliscono e offuscano un serio programma di cambiamento economico, sociale e istituzionale che tutte le forze politiche dell’attuale maggioranza sono impegnate a sostenere”. “Derubricare le dichiarazioni di Umberto Bossi a chiacchiere estive – ha scritto Bondi in una nota – amplificate da mezzi di informazione avidi di notizie clamorose, non sarebbe rispettoso dell’intelligenza politica e dell’umanità personale del leader della Lega”. “Mi chiedo piuttosto e desidererei chiedere agli amici della Lega – ha aggiunto ilministro-che rapporto vi sia tra i programmi di modernizzazione del Paese, che la Lega giustamente pone al centro della propria azione politica, e che costituiscono il nucleo fondamentale del programma di governo, e le ripetute dichiarazioni propagandistiche, ad uso dei militanti della Lega ma non solo, che indeboliscono e offuscano un serio programma di cambiamento economico, sociale e istituzionale che tutte le forze politiche dell’attuale maggioranza sono impegnate a sostenere”.

Il presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, Italo Bocchino, è invece entrato nel merito della parole del ministro leghistaRoberto Calderoli e della questione dei dialetti a scuola: “Il disegno di legge sui dialetti di cui parla è ben diverso da quello sul federalismo, non facendo parte del programma di governo. Non c’è pertanto nessun vincolo di maggioranza e non ci sarà lanostra disponibilità a votarlo”.

Laconico il commento del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: “L’Inno di Mameli non si tocca e nessuno lo cambierà e comunque non sopravvaluto le attività di tradizionale propaganda estiva di Bossi e della Lega”.

Per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl”è auspicabile che si torni presto a parlare di cose serie, limitando lo spazio ora occupato copiosamente da questioni non rilevanti. Anch’io vorrei ribadire che, per i nostri giovani e per le loro prospettive di lavoro, le ore di inglese sono e saranno molto più utili di qualche improbabile ora di bergamasco o viterbese o avellinese. Sarebbe il caso che tutti, inclusi gli amici della Lega, lo tenessimo ben presente”.

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