Indagati i cinque eritrei, Ue replica a Frattini

di Redazione

Franco FrattiniBRUXELLES. I cinque eritrei soccorsi giovedì al largo di Lampedusa sono stati iscritti nel registro degli indagati, per il reato di immigrazione clandestina, come prevede il nuovo decreto sicurezza.

Sono gli unici sopravvissuti all’ennesima tragedia del mare in cui avrebbero perso la vita 73 extracomunitari, morti di stenti durante la traversata del Canale di Sicilia.

“Si tratta di un atto dovuto”, ha sottolineato il procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale. I migranti avrebbero, però, già manifestato l’intenzione di chiedere asilo politico. Nel caso in cui i pm accertassero il diritto allo status di rifugiati l’inchiesta sarebbe archiviata.

Intanto, il caso apre un braccio di ferro tra Italia e Unione europea. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha criticato l’Europa affermando: “Parla e non agisce”. Immediata la replica del portavoce Dennis Abbott che ha sottolineato come la commissione sta “lavorando molto” con gli Stati dell’Unione e con i Paesi vicini e che il suo vicepresidente, Jacques Barrot, nei mesi scorsi si è recato a Lampedusa, a Marla, nelle Canarie, in Grecia e si appresta a visitare in autunno la Turchia e la Libia. La questione, ha indicato il portavoce, è quella di mettere in piedi strumenti finanziari politici e diplomatici, “per fermare le tragedie che abbiamo visto la scorsa settimana”.

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