BARI. Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore barese indagato nellambito delle inchieste sulla sanità in Puglia e su un presunto giro di escort che avrebbero partecipato anche ad alcune feste nelle residenze del premier Berlusconi, è stato sottoposto a fermo.
L’accusa di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Il fermo è stato compiuto dalla Guardia di Finanza nell’aeroporto di Bari, su provvedimento cautelare firmato dal pubblico ministero Giuseppe Scelsi, e controfirmato dal procuratore della Repubblica, Antonio Laudati, perché, secondo fonti investigative, c’era “pericolo di fuga” e di “inquinamento delle prove”.
Tarantini ha ammesso nelle scorse settimane con gli inquirenti di aver pagato donne, incluso alcune prostitute, per partecipare alle feste di Berlusconi, precisando però di averle solo rimborsate per le spese di viaggio sostenute per partecipare alle cene a casa del premier. Tarantini ha anche chiesto scusa a Berlusconi e sottolineato che il premier non sapeva che le donne fossero “a pagamento”.