MILANO. “Vi porto i saluti di uno che si chiama… uno abbronzato… Ah, Barack Obama“. Silvio Berlusconi, alla chiusura della prima festa nazionale della Libertà a Milano, parla dell’incontro con il presidente americano.
“Voi non ci crederete, ma sono andati a prendere il sole in spiaggia in due, perchè è abbronzata anche la moglie” ha aggiunto il premier, poi ha aggiunto: “Vi do un’ottima notizia: è uno molto bravo. E questo ci deve fare contenti”. Anche perchè “i rapporti sono facili, è anche una persona ironica e autoironica”.
Concluso il siparietto, ha parlato del suo governo, con un lungo “elenco di successi”. “Abbiamo introdotto – ha detto il presidente del Consiglio – un nuovo elemento nella politica italiana: la moralità. La moralità è quella di mantenere gli impegni elettorali. Abbiamo firmato un contratto con gli elettori che ci siamo impegnati a rispettare”.
Sulla crisi economica: “Oggi non dobbiamo più avere paura. Lo dico anche agli imprenditori di investire con coraggio. Abbiamo agito prima degli altri, abbiamo garantito gli ammortizzatori sociali a tutti coloro che hanno perso il lavoro e abbiamo scoperto che abbiamo un sistema bancario più solido degli altri perchè siamo grandi risparmiatori. Dobbiamo perseverare in questa direzione senza paura”.
Berlusconi si è poi assunto il merito dell’accordo Usa-Russia sugli armamenti in Europa e della pace in Georgia: “Sono stato io a impegnarmi perché Obama e Medvedev si incontrassero e raggiungessero l’accordo sullo scudo missilistico”. “Grazie al mio lavoro – ha aggiunto – sono riuscito a garantire che in Georgia tornasse la pace dopo le tensioni”.
Sulle operazioni militari all’estero: “Siamo orgogliosi dei nostri militari che sono in Afghanistan per la pace e la democrazia”. E attacca il centrosinistra: “Non come questa opposizione che invece inneggia alla morte e urla ‘meno sei’. Vergogna, vergogna, vergogna”.
Prima dell’arrivo di Berlusconi c’è stata un’ovazione per il direttore de Il Giornale Vittorio Feltri, presentato dal palco dal ministro della Difesa Ignazio La Russa insieme agli altri esponenti del Pdl.