ROMA. Dopo l’auspicio che “certa sinistra” vada “a morire ammazzata”, il ministro Renato Brunetta ora attacca l’Associazione nazionale magistrati, definendola “un mostro” che può influenzare il funzionament del Consiglio superiore della magistratura.
Amargine della presentazione del libro di Stefano Livadiotti, “Magistrati l’ultracasta”, Brunetta ha sottolineato che “le correnti dell’Anm di fatto decidono gli equilibri all’interno del Csm e qui si produce il mostro, con effetti sulle questioni economiche, disciplinari e di carriera della categoria, che sono determinate per via sindacale”. Quindi, secondo il ministro, “per risolvere il problema bisogna tagliare questa cinghia di trasmissione”.
“Il 90% dei problemi della giustizia in Italia sono organizzativi – ha aggiunto Brunetta – e sono risolvibili con l’information and communication technology: anche per i magistrati si può pensare a badge, controllo delle presenze, controlli di produttività e controlli dei ritardi”. “Se si va in qualsiasi tribunale italiano si trova il caos e dalle 14 non c’è più nessuno e più il sistema di lavoro è complesso più ha bisogno di organizzazione scientifica, che nella magistratura e nella produzione della giustizia non c’è: il settore è opaco”.
Il ministro della Pubblica amministrazione ha poi sottolineato che i magistrati “sono servitori dello Stato come tutti gli altri, forse si sono montati un pò la testa”.
La reazione è giuntadal vicepresidente dall’Anm, Gioacchino Natoli, anch’egliintervenuto alla presentazione del libro. Alla contestazione sui tribunali vuoti nel pomeriggio, Natoli ha replicato spiegando al ministro che “questo succede perchè un suo collega di governo ha tagliato gli stanziamenti per gli straordinari”. “Lei dice cose non vere”, è stata la risposta di Brunetta. I due si sono poi accordati per ispezioni “a sorpresa” nei tribunali italiani per verificare la situazione.