La D’Addario si racconta ad Annozero

di Redazione

Patrizia D'AddarioROMA.“Se vogliono che non vado in onda lo devono dire, altrimenti fino a quel punto sempre in onda sto”. Così Michele Santoro ha aperto la seconda puntata”Annozero”, precedeuta dalle polemiche per la presenza di Patrizia D’Addario, la escort che ha partecipato alle feste del premier Silvio Berlusconi.

Santoro ha raccontato di aver ricevuto, intorno alle 19, prima di andare in onda,un parere dell’ufficio legale della Rai che diceva che la D’Addario non poteva partecipare. “Siccome era accompagnato da una stringata letterina del mio direttore di rete, – ha spiegato il conduttore – gli ho subito chiesto se si trattava di una direttiva o solo di un parere di cui tener conto. E la risposta è stata: non ho ricevuto indicazioni aziendali in merito”.

Una volta in onda Santoro ha chiuso il suo intervento lanciando una provocazione: “Non dico che immaginiamo di fare una tv irriverente così come la fa la Bbc – ha detto il giornalista dopo aver mostrato un filmato della tv pubblica britannica che prendeva in giro il premier – ma con tre reti Rai che non possono criticare il governo, una rete come La7 che è di Telecom ed ha qualche problema per i contratti telefonici e con tre reti Mediaset che sono del presidente del Consiglio, sono io questa volta a fare un esposto all’Agcom per capire chi è che garantisce il contraddittorio in questo paese?”.

L’intervento di Marco Travaglio (ancora come ospite, il contratto con la Rai non è stato firmato) è stato incentrato sulla differenza tra Usa e Italia nelle leggi che riguardano le querele contro i giornalisti. E proprio uno dei grandi nomi del giornalismo Usa, Carl Bernstein (uno dei due giornalisti che scoprirono lo scandalo del Watergate, che nel famoso film veniva interpretato da Dustin Hoffman) è intervenuto nel programma. “La stampa ha il dovere legittimo di accertare il vero se ci sono evidenti verità nelle accuse contro un Capo di Stato o un premier. – ha detto il premio Pulitzer- È stato il caso di Monica Lewinsky nei confronti di Clinton ed è il caso che riguarda oggi Berlusconi. C’è da verificare se la condotta generale di Berlusconi si rifletta sul suo incarico. Secondo me le maggiori restrizioni al giornalismo sono autoimposte, più per pressioni o intimidazioni che per volontà del governo”.Bernstein ha concluso: “Il giornalismo investigativo è un dogma per il giornalismo libero”.

Poi è stata la volta di Patrizia D’Addario in collegamento da Bari: “Ero felice del fatto di essere rimasta lì col presidente e che lui si era interessato alla mia persona, ha detto che mandava due persone a Bari sul mio cantiere (la costruzione di un residence, ndr.). Era solo un aiuto che voleva darmi per rendere più veloce la pratica e mi rendeva felice”. Così la escort ha raccontato del giornodopo il suo incontro a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio. Incontro procuratole dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, coinvolto nell’inchiesta sulla sanità pugliese.

“Il presidente era molto affettuoso e molto gentile, non voglio entrare in merito alle cose della notte, si è interessato alla mia persona e la mia felicità era legata al fatto che lui era molto attento al mio progetto. Il giorno dopo mi ha chiamato ed ero felice”, aggiunge D’Addario. Sul perchè avesse registrato gli incontri con il premier ha risposto: “Io non ho tradito nulla, nessuno è arrivato sul mio cantiere. Sono stata convocata dal giudice e dire tutta la verità. Io ho sempre registrato perché così mi sentivo più sicura da eventuali violenze, non perché volevo ricattare qualcuno, non ho mai pensato ad una cosa del genere”.D’Addario ha precisato chein quelle due serate nella residenza romana del premier non era l’unica escort: “A Palazzo Grazioli – ha detto – sembrava un harem. Il premier lo sapeva che ero una escort. Lo ha detto anche alla Montereale (altra ragazza presente alla festa e intervistata durante la trasmissione, ndr.) che sapeva che ero una escort. Se lo hanno detto anche le altre ragazze che sapevano che io dovevo rimanere li? Ho passato tutta la notte col presidente, lo sapevano tutti che erano una escort. Lo sapeva. Io mi sono presentata al presidente come Alessia”. “Non mi vergogno di quello che ho fatto, di quello che ho detto. In Italia c’è la strumentalizzazione della donna. Ma a me importa solo del mio cantiere, liberate il mio cantiere”.

In studio c’erano il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, e il vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro, che più volte hanno sottolineato che la vicenda della D’Addario è nata solo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dal vero scandalo, ossia il giro d’affari sulle protesi ortopediche che riguarda politici di entrambi gli schiaramenti. Belpietro hasottolineato comela testimonianza di Barbara Monreale, che parlò con la D’Addario il giorno dopo l’incontrocol premier, abbiachiarito la volontà dellaescort di ricattare Berlusconi. Tra l’altro, Belpietro, dopo avertracciato un breve ‘curriculum’ della D’Addario (citando anche la denuncia ricevuta per aver molestato la moglie di un suo ex amante, il quale cercò anche di investire con l’auto), ha chiesto alla escort, visibilmente in difficoltà, come “campasse”, visto che non gli risulterebbe nessun reddito fisso, né da parte sua né dei suoi familiari, anche per giustificare investimenti come il famoso cantiere per il quale aveva chiesto il favore a Berlusconi. Lei hadetto: “Lavoro, sto girando il mondo”.

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