Anm, Palamara: “No a riforme punitive, probabile sciopero magistrati”

di Angela Oliva

Luca PalamaraMILANO. Il presidente dell’Anm Luca Palamara, durante un’assemblea straordinaria a Palazzo di Giustizia di Milano, ha ribadito l’inefficienza di riforme punitive della giustizia e ha annunciato un probabile sciopero.

“Sono qui per dimostrare la vicinanza dell’Anm ai colleghi milanesi. – ha esordito Palamara – E’ evidente che c’è un malcontento e bisognerà trovare il modo di canalizzarlo. Non è esclusa nessuna forma di protesta. Dicono che parliamo troppo, ma non possono farci tacere, siamo in una democrazia, faremo sentire la nostra voce”.

Il mondo della giustizia, questa mattina, ha sospeso le sentenze per mezz’ora durante la quale è stato letto e discusso il manifesto di protesta affisso in tutte le sedi di giustizia. Il presidente del sindacato delle toghe è tornato a parlare delle riforme relative alla giustizia italiana, affermando: “La giustizia non ha bisogno di riforme punitive contro i magistrati, che hanno l’unica colpa di aver emesso sentenze nell’esercizio delle loro funzioni. Servono riforme di quelle che interessano ai cittadini, per avere processi più veloci, sia nel civile che nel penale. Non possiamo andare dietro a tutti gli annunci – ha detto Palamara -, bisogna vedere i testi scritti ma sono convinto che non è di queste riforme che la giustizia ha bisogno per il suo funzionamento”.

Tornando sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Luca Palamara ha affermato: “I

pm non possono essere distinti tra rossi e neri. Non siamo in guerra, nè in scontro con nessuno, ma nell’ultimo periodo sui giornali e sulle televisioni assistiamo a una costante denigrazione della Magistratura, fino ad affermare che i tribunali sono sezioni di partito. Questa assemblea

– ha proseguito Palamara – non deve essere scambiata per una manifestazione vetero-sindacale. Noi diciamo no a riforme punitive contro la Magistratura, tra le quali quella sulla separazione delle carriere, quella del Csm o quella sulla revisione dell’obbligatorietà dell’azione penale”.

A conclusione del suo intervento al Palazzo della Giustizia di Milano il presidente dell’Anm ha espresso la sua solidarietà al giudice Raimondo Mesiano in relazione alla vicenda che l’ha coinvolto dopo la decisione di incostituzionalità del Lodo Alfano: “Non vorrei che un indumento diventasse un pretesto per denigrare l’intero ordine giudiziario. Vorrei che da questa assemblea venisse un messaggio chiaro: che l’indumento del magistrato è solo la toga e che il magistrato è soggetto solo alla legge e ai principi contenuti nella Costituzione”.

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