Massimo Ciancimino, figlio del defunto ex sindacodi Palermo, Vito Ciancimino,si è recato in Procura a Palermo per depositare nuovi documenti.
Tra questi vi è materiale definito di interesse investigativo che potrebbe servire per riscontrare precedenti dichiarazioni di Ciancimino junior sulla trattativa tra lo Stato e Cosa Nostra.
Ciancimino si è poi spostato nell’aula bunker di Pagliarelli per rendere nuove dichiarazioni spontanee nel processo d’appello in cui è imputato di riciclaggio, tentata estorsione e fittizia intestazione di beni, dopo essere stato condannato a 5 anni e 8 mesi in primo grado. Il processo si svolge a porte chiuse.
Prima di entrare nellaula, però,ha fatto una rivelazione: “Provenzano ha consegnato le mappe della locazione dove poiè stato trovato Riina. Comunque non posso fare altre dichiarazioni per rispetto dei magistrati con i quali sto parlando”.
Totà Riina, infatti, trascorreva la latitanza assieme a tutta la sua famiglia in una lussuosa villa con piscina in via Bernini, quando il 15 gennaio del 1993 venne arrestato dai carabinieri assieme ad unsuo uomo di fiducia, Salvatore Biondino, quando era appena uscito dall’abitazione.
Ciancimino racconta anche che, nel 1992, l’allora capitano dei Ros Giuseppe De Donno consegnò al padre Vito due mappe di Palermo. L’ex sindaco chiese al figlio Massimo di fare due fotocopie, una da conservare e una da recapitare ad un uomo di fiducia di Bernardo Provenzano che, durante gli incontri con lexprimo cittadinodi Palermo, si faceva chiamare “ingegnere Lo Verde”.