ASSISI. Da Assisi, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, afferma che in Italia “c’è un pericoloso clima di odio”.
“È necessario e urgente – afferma – svelenire il clima generale, perché da una conflittualità sistematica, perseguita con ogni mezzo e a qualunque costo, si passi subito a un confronto leale per il bene dei cittadini e del Paese”. Il cardinale auspica che “nel riconoscimento di una sana e vivace dialettica si arrivi a una sorta di disarmo rispetto alla prassi più bellicosa, che è anche la più inconcludente”. Pertanto, “si impone una decisa e radicale svolta tanto nelle parole quanto nei comportamenti”, altrimenti si rischiano “conseguenze inevitabili in termini di sfiducia e disaffezione verso la cosa pubblica, e un progressivo ritiro dei cittadini nel proprio particolare. Da parte di ciascuno serve un supplemento di buona volontà, di onestà intellettuale, ma anche il superamento di ideologie di un passato che non vuole passare. Il nostro popolo gradirebbe il superamento delle campagne denigratorie: è una responsabilità grave che ricade in primo luogo su chi ha doveri politico-amministrativi, economico-finanziari, sociali, culturali e informativi”.
Il presidente della Cei ha anche affrontato il tema della scuola, augurandosi che il governo reintegri i finanziamenti per le scuole cattoliche. Poi ha ribadito le proprie riserve sull’ora di religione islamica: “Non è in discussione la libertà religiosa di chicchessia, ma la peculiarità della scuola e le sue specifiche finalità che, in uno Stato laico sono di ordine culturale ed educativo. L’insegnamento della religione cattolica non è un’ora di catechismo, ma un’occasione di conoscenza di una fede che fa parte del patrimonio storico del popolo italiano”. Sulla sentenzadella Corte europea che invita a togliere i crocifissi dalle aule scolastiche, Bagnasco ritiene che”il governo ha fatto bene ad annunciare ricorso in quanto il crocifisso può suggerire solo valori positivi di inclusione, di comprensione reciproca e di amore vicendevole”.
Infine, il capo dei vescovi italiani ha lanciato un appello all’obiezione di coscienza dei farmacisti per la distrubuzione della pillola abortiva Ru486: “Ciascuno si fa carico delle proprie responsabilità, ma non si potrà non riconoscere, come già fa la legge 194, la possibilità dell’obiezione di coscienza agli operatori sanitari compresi i farmacisti e i farmacisti ospedalieri”.