Minzolini difende l’immunità parlamentare: è polemica

di Redazione

Augusto MinzoliniROMA. In un editoriale, il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, si è schierato contro l’abolizione dell’immunità parlamentare che, a suo parere, ha “alterato l’equilibrio tra potere politico e potere giudiziario”.

“I padri costituenti – ha ricordato Minzolini – inserirono nella Costituzione l’istituto dell’immunità parlamentare. Non lo fecero perché erano dei malandrini ma lo fecero perché quella norma era necessaria per evitare che il potere giudiziario arrivasse a condizionare il potere politico”. “L’immunità parlamentare – ha aggiunto – era uno dei fattori di garanzia per assicurare un equilibrio tra i poteri. Non fu quindi un’idea stravagante perché strumenti diversi, ma con le stesse finalità, sono previsti in Germania, Inghilterra e Spagna e dell’immunità beneficiano anche i parlamentari di Strasburgo. Massimo D’Alema e Antonio Di Pietro ne hanno usufruito recentemente”.

Immunità cancellata dalla Costituzione nei primi anni ’90 sull’onda di Tangentopoli e di Mani Pulite. “Un’operazione mediatica – ha rimarcato Minzolini – che si è trasformata in un atto di sottomissione alla magistratura. Da allora i gruppi parlamentari sono affollati di magistrati e ci sono addirittura partiti fondati dai magistrati, mentre il Parlamento non è riuscito a mettere in cantiere la riforma della giustizia. L’abolizione dell’immunità ha provocato un vulnus nella Costituzione: si è rotto un equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora c’è da auspicare che quel vulnus, al di là delle dispute nominali su immunità, lodi e riforma del sistema giudiziario sia sanato”.

Il direttore cita le parole del procuratore di Palermo Antonio Ingroia, che ha giudicato pericolosa la politica del governo sulla giustizia. “Un’analisi sorprendente – commenta Minzolini – per un magistrato che si è dato un obiettivo ancora più improprio: quello, sono parole sue, di ribaltare il corso degli eventi. Un programma politico che Ingroia ha giustificato con la difesa della Costituzione, solo che la Costituzione che voleva salvaguardare, almeno su un punto sostanziale, non è quella originale”.

Un intervento, quello del direttore del Tg1, che ha scatenato nuove polemiche.Il Pd, attraverso il presidente Rosy Bindi, osserva cheMinzolini “ha dettato agli italiani la linea sulla giustizia”. “Siamo esterrefatti. – continua Bindi – Il direttore del Tg1 deve smettere di spiegare agli italiani che il presidente del Consiglio ha ragione. Non è questo il ruolo dei giornalisti del servizio pubblico, men che meno di un direttore di testata. Il Parlamento sarà anche pieno di magistrati ma la Rai è soffocata dai portavoce di Berlusconi. Siamo certi che il presidente della Commissione di Vigilanza Rai saprà esercitare il proprio ruolo di garanzia a tutela dei diritto dei cittadini ad essere informati correttamente e a non subire la propaganda del governo”.

La replica arriva dal portavoce PdlDaniele Capezzone: “Siamo alle solite. Il Pd, attraverso la neopresidenteBindi, vorrebbe censurare e ridurre al silenzio Minzolini. Ma come? Fanno le manifestazioni per la libertà di informazione e poi tentano di imbavagliare un giornalista ‘colpevole’ di essere libero? Il Pd non perde il solito vizietto”.

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