ROMA. Non lascio il mio incarico e resto in corsa per la presidenza della Regione Campania.
A parlare è il sottosegretario allEconomia Nicola Cosentino che, dopo un colloquio di mezzora a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, annuncia di voler tener conto delle parole del premier e di mantenere sia il suo posto al Governo che la sua candidatura.
Già nei giorni scorsi il politico di Casal di Principe aveva affermato che si sarebbe dimesso solo se glielo avesse chiesto il Cavaliere, pericolo scampato perchè pare che nel colloquio privato il presidente del Consiglio gli abbia detto: Caro Nicola, hai tutta la mia solidarietà. La solita giustizia a orologeria, una tempistica sospetta. La tua è una candidatura che viene dal territorio che la sostiene e la difende, ma sarà lUfficio di presidenza del Pdl a decidere sulla Campania come su altri casi aperti.
Cosentino, accusato da alcuni pentiti di avere rapporti con il clan dei casalesi, ha preso in parola Berlusconi e ha affermato: Mantengo la candidatura, lho detto a Berlusconi. Lui ha preso atto e, comunque, non mi ha chiesto di fare un passo indietro. Non possono essere i procuratori a decidere levoluzione democratica del paese.
Annozero – Di Pietro su Cosentino |
Se una parte del Pdl appoggia Cosentino, cè anche unaltra parte, quella che fa riferimento al presidente della Camera Gianfranco Fini, che ha chiesto di invalidare la candidatura. Ma Cosentino ha risposto: Capisco le ragioni di Fini. È giusto che lo faccia, ma lui deve tenere conto anche delle richieste che vengono dal territorio. Non saranno brevissimi i tempi per la scelta, ma la mia candidatura non nasce dal nulla, è espressione dellintera Campania e qualsiasi scelta diversa dovrà tenere conto delle indicazioni del territorio.
Ad insorgere è anche lopposizione. Dopo la presentazione del disegno di legge sul processo breve – accusa Laura Garavini, capogruppo Pd in commissione Antimafia senzaltro questo sarà ricordato come il giorno senza vergogna per il Pdl, visto che neanche una richiesta di arresto ferma una candidatura. È sconcertante che Berlusconi, anche dopo il no di Fini, continui a considerare possibile la candidatura di Cosentino.
Antonio Di Pietro, leader dell’Italia de Valori, chiede le dimissioni immediate Cosentino, anche perché è a capo del Cipe, l’organo che finanzia le grandi opere in tutta Italia. Il braccio di ferro sulla candidatura di Cosentino è una farsa. – dice Di Pietro – Un minuto dopo la sua eventuale elezione, infatti, verrebbe arrestato perché perderebbe limmunità. Lui stesso lo sa che potrebbe candidarsi sì, ma solo da Poggioreale (il carcere di Napoli, ndr). Sempre dall’Idv, il capogruppo alla Camera Massimo Donadi ha annunciato che, nel caso in cui fosse respinta la richiesta di arresto, presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario allEconomia.