Arrestato il boss Raccuglia, numero due di Cosa Nostra

di Redazione

Domenico RaccugliaPALERMO. La polizia ha arrestato aCalatafimi, nel Trapanese, il latitante Domenico Raccuglia, boss mafioso diAltofonte (Palermo), considerato il numero due di Cosa Nostra dopo Matteo Messina Denaro.

Era ricercato da 15 anni ed inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi. 45 anni, detto “il veterinario”, Raccuglia è stato scovato dagli agenti della sezione catturandi della mobile di Palermo in un appartamento di via del Cabbasino,alla periferia di Calatafimi. Al momento dell’irruzione era solo: ha tentato di fuggire dal terrazzo, ma è stato bloccato dai poliziotti che avevano circondato l’edificio. Nell’appartamento, che aveva scelto come covo solo da pochi giorni, sono state trovate diverse pistole.

Raccuglia, in passato, è statoil “delfino” di Giovanni Brusca,boss di San Giuseppe Jato, oggi pentito.E’ stato condannato a tre ergastoli (uno per l’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino, rapito per far ritrattare il padre e poi strangolato e sciolto nell’acido), a 20 anni di reclusione per tentato omicidio e ad altre pene per associazione mafiosa.

Durante la sua latitanza, nonostante il continuo controllo nei confronti della moglie, Raccuglia è riuscito a diventare padre per la seconda volta. Da tempo era considerato uno degli aspiranti al vertice della mafia palermitana come successore di Totò Riina, essendo il capo incontrastato delle cosche a Partinico, grosso centro fra il capoluogo e Trapani.

“Abbiamo preso uno dei capi assoluti di Cosa Nostra ancora in circolazione in un momento di ascesa all’interno delle gerarchie mafiose”,spiega il procuratore capo di Palermo Antonio Ingroia.”E’ stata un’indagine molto difficile perché Raccuglia si è dimostrato attento e accorto nella gestione della sua latitanza e lo dimostra il fatto che l’arresto è avvenuto fuori dalla sua zona, in un’area più tranquilla”. Secondo Ingroia, all’interno di Cosa Nostra “si crea adesso un ulteriore vuoto dove i latitanti di spicco sono sempre meno. Adesso assumono maggiore importanza Nicchi a Palermo e Messina Denaro a Trapani. Raccuglia era l’uomo cuscinetto che controllava i territori fra Palermo città e la provincia di Trapani”.

Complimenti alla polizia dal ministro dell’Interno Roberto Maroni: “L’arresto di Raccuglia – dice – è uno dei colpi più duri inferti alle organizzazioni mafiose negli ultimi anni perché era di fatto il numero due di Cosa Nostra”. Anche per il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso si tratta di un “successo investigativo importantissimo”. “Ho fatto le mie congratulazioni al ministro Maroni, al questore di Palermo e ai ragazzi della sezione catturandi della mobile. – ha detto – Quando ho sentito il questore era insieme ad alcuni degli agenti della sezione catturandi, ragazzi che conosco bene e con cui ho lavorato quando ero procuratore a Palermo. Ho potuto complimentarmi anche con loro”. “Raccuglia – spiega Grasso – è considerato il numero due, per peso criminale, nella lista dei ricercati di Cosa Nostra dopo Matteo Messina Denaro. In questi anni ha esteso il suo dominio da Altofonte fino al confine con la provincia di Trapani, come conferma il fatto che si nascondeva proprio nel Trapanese”.

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