ROMA. Dimezzare la povertà mondiale entro il 2015, senza ricorrere ad ulteriori impegni finanziari.
E questo lobiettivo che perviene dalla conclusione del vertice Fao, durante il quale è stata stilata la “Dichiarazione finale di Roma”, costituita di 41 paragrafi nei quali sono esposti i “Five Rome principles for sustainable food security”. Cooperazione internazionale che miri a rispondere allemergenza alimentare e a fornire misure di sviluppo a medio termine che mirino a decifrare le cause della fame nel mondo. Obiettivi precisi e chiari da mettere a punti su cui hanno ampiamente negoziati i partecipanti ad un vertice di fondamentale importanza.
Il summit ha dato voce anche al Papa Benedetto XVI, che nel suo discorso in francese, ha dichiarato, rivolgendosi allumanità, che il mondo dispone delle ricchezze utili a soddisfare la sua popolazione. Bisogna sconfiggere la malnutrizione e vincere la lotta alla fame, compito che spetta in larga parte ai paesi di maggior sviluppo che continuano a considerare il cibo alla stregua di altre tipologie di merci.
Su questo filone si accorda anche lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che dichiara, nel messaggio inviato al segretario dellOnu, che la crisi economia e finanziaria che stiamo vivendo insegna che le ricchezze assumono valore solo se largamente e giustamente distribuite, affidando quindi ai paesi sviluppati il compito di risolvere tale precarietà del mondo. Rifacendosi a dati statistici, il presidente dichiara che nel 2009 circa un miliardo di persone hanno sofferto la fame, realtà che non può lasciare indifferente, se si considerano anche i 17 milioni di bambini che muoiono ogni giorno per tale motivi, eppure il mondo ha abbastanza cibo per sfamarli e questo non è accettabile. A questo proposito Ban Ki Moon, segretario generale delle Nazioni Unite, ha esortato a rendere realtà linvestimento di circa 21 milioni di dollari assicurando che siano messe a disposizione dei poveri, coordinate bene e imperniate sul sistema multilaterale.
Al vertice è anche intervenuto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che consiglia di passare ai fatti. C’è da lavorare perché ogni Paese si assuma questo impegno in modo preciso, con date e modalità – ha detto il premier – affinché questi soldi possano andare ad aiutare gli agricoltori, soprattutto i piccoli agricoltori ed implementare la produzione generale nel mondo, ciò che dovremmo fare tutti insieme durante questo Vertice.
Fortemente contrariato da queste parole è stato il leader libico, Muhammar Gheddafi, che invita gli Stati membri a mantenere gli impegni presi durante il summit, puntando il dito contro quegli Stati industrializzati assenti che tendono a considerare anche i paesi in via di sviluppo come territori da colonizzare. In Africa, investitori stranieri stanno rastrellando i terreni agricoli – ha detto Gheddafi – che è anche presidente dell’Unione africana trasformandosi in nuovi latifondisti, contro i quali dobbiamo lottare.