ROMA. “La politica economica è stata portata avanti con serietà e determinazione ed è stata praticamente basata solo sui ‘no’.
‘No’ che volevano dire rigore, ‘no’ perchè non si poteva spendere, ‘no’ per blindare la finanza pubblica. Lo abbiamo fatto tutti, consapevolmente. E il merito di tutto questo va al ministro Tremonti”.Il ministro della pubblica amministrazione Renato Brunettadice basta alla politicadi “risparmio”posta in essere dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Ritenendo superata la crisi, per Brunetta adesso “il rigore deve essere declinato all’interno dello sviluppo economico: investimenti, riforme, modernizzazione del Paese. Se no il Paese va in declino, perchè non riesce a cogliere il cambiamento”.
In un’intervista al Corriere della Sera, Brunetta ha spiegato che tutti i ministri la pensano come lui. “Tutti soffrono per il potere di veto di Tremonti”, afferma. “Il Tesoro – aggiunge – esercita un egemonismo leonino, opaco, autoreferenziale. Una iattura. E lo dico convinto di interpretare lo spirito dell’intero governo”. Secondo Brunetta, il titolare dell’Economia “non può sostituirsi al Consiglio e al premier Berlusconi: non è questo che vogliono gli italiani”. Il responsabile della Pubblica Amministrazione riconosce tuttavia a Tremonti “il merito di aver tenuto la barra” mentre, da parte sua, respinge l’ipotesi di voler prendere il suo posto. “Non ho ambizioni personali. Io sto bene qui – assicura – dove combatto una battaglia epocale per la modernizzazione dello stato”.
A commentare l’uscita di Brunetta è Paolo Bonaiuti,portavoce delpremier Silvio Berlusconi, che sottolinea come “la linea di politico-economica fondata sul criterio della disciplina di bilancio e seguita dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti è ispirata dal presidente del Consiglio e condivisa dall’intero governo”.
Alle parole di Bonaiuti si aggiungono quelle del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: “L’Esecutivo è solidissimo perché all’interno non ci sono politiche diverse e questo conta al di là dei rapporti personali”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl e ministro della Cultura: “Mai come in questi giorni e in queste ore è così lampante e visibile il contrasto tra due concezioni della politica: da un lato, quella rappresentata dal presidente del Consiglio, che prosegue un quotidiano e faticoso impegno per promuovere la diplomazia commerciale a vantaggio delle imprese italiane e dello sviluppo economico dell’Italia, mettendo a frutto l’autorevolezza e la credibilità conquistate dal nostro Paese nel mondo, e, dall’altro lato, quella che emerge dal solito rodeo delle dichiarazioni, una sorta di solipsismo politico che si felicita di disfare ciò che gli altri faticosamente costruiscono”.
Dall’opposizione, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, afferma ache “la realtà è che c’è un litigio permanente perché c’è impossibilità di trovare le intese”.
Antonio Di Pietro, invece,non bada al politichese:”Brunetta tira la giacchetta a Tremonti per avere più soldi”, dice il leader dell’Idv, che definisce quello del ministro dellapubblica amministrazione”un messaggio che testimonia come il governo sia alla canna del gas”.