ROMA. Parlerò della riforma della giustizia a momento debito e spiegherò agli italiani qual è la situazione in cui siamo.
A parlare così e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che, infastidito anche dalle recenti polemiche allinterno della stessa maggioranza, ha annunciato che quando arriverà il momento opportuno parlerà della riforma della giustizia. Il premier, quindi, fa intendere che si rivolgerà direttamente agli elettori affinché abbiano le idee chiare sul ddl della riforma e non si facciano influenzare dai dibattiti tra politici.
Anche il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervenuto ad un convegno alluniversità Bocconi di Milano, ha parlato della riforma della giustizia e del ddl sul processo breve: Nessuno può smentire che il presidente Berlusconi ha avuto una vita, dal 1936 al 1994, cioè quando è entrato in politica, piena di grandi successi. Nessuno è riuscito a rispondere a una domanda – ha chiesto Alfano – che è questa: come mai tutte le inchieste sono cominciate dal 1994? la giustizia italiana dovrebbe andare bene come un’azienda che funziona perché dovrebbe dare un utile e cioè rendere giustizia rapidamente ai cittadini. Evidentemente – ha aggiunto – nessuno tra quelli che, con un’ostilità preconcetta, ci attacca, si rende conto che, se la giustizia italiana fosse valutata secondo canoni aziendali, sarebbe sull’orlo del fallimento. Nella Finanziaria chiederò maggiori risorse per la giustizia ha aggiunto – sapendo di poter contare sulla disponibilità dellintero governo, del Pdl e del presidente della Camera. Dobbiamo rendere i tempi del procedimento penale compatibili con le esigenze dei cittadini. Da un lato faremo riforme legislative ha concluso Alfano – dallaltro regole di efficienza, anche aziendale, che siano supportate economicamente.
Ma lopposizione ha attaccato la maggioranza proprio sul tema della riforma della giustizia, come ha spiegato il vicesegretario del Pd Enrico Letta: Noi siamo interessati a risolvere il problema giustizia per gli italiani. Per questo diciamo alla maggioranza di fermarsi e di ritirare il provvedimento sul processo breve. Il mondo della cultura giuridica in Italia, di destra, di sinistra e di centro, avanza o critiche o perplessità molto profonde nei riguardi del ddl che porta solo danni al sistema. Qualunque discussione sulla giustizia ha concluso – non può che partire dal ritiro del testo sul processo breve. Non si può immaginare che si sfasci il sistema della giustizia con un ricatto e poi si chieda all’opposizione di sedersi al tavolo per discutere dell’immunità personale di Berlusconi”.