PERUGIA. Dopo le sette ore di arringa dell’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito nel processo sull’omicidio di Meredith Kercher, martedì mattina è stata la volta dei legali dell’americana Amanda Knox.
L’avvocatoCarlo Dalla Vedova sostiene che il sei novembre del 2007 Amanda, “una ragazza acqua e sapone”,fu travolta da uno “tsunami”, riferendosi alla morbosa attenzione degli organi di informazione nella vicenda.
“La difesa, e Amanda stessa, – spiega il legale – sono stati vittime di un processo mediatico e il dibattimento non ha prodotto riscontri all’impianto accusatorio”. “Questa difesa ha accettato l’incarico con la piena convinzione dell’innocenza dell’assistita”, continua Della Vedova che ha ricordato come la studentessa di Seattle e l’ex fidanzato Raffaele la mattina che venne trovato il cadavere di Meredith “diedero l’allarme” e che “una sentenza ha già condannato il colpevole del delitto, Rudy Guede“. “Trentasei firme compaiono sull’atto di fermo di Amanda – ha sottolineato il legale in aula – mentre, dall’altra parte, lei era sola”.Della Vedovaha anche ricordato che Amanda “ci teneva a Perugia” e dopo l’omicidio decise di restare nella città umbra, nonostante la madre e la zia le avessero chiesto più volte se voleva tornare negli Stati Uniti. Rivolgendosi alla Corte, l’avvocato ha quindi chiesto, “in assenza di certezze”, l’assoluzione.