ROMA. Sale la tensione tra le fila del Popolo della Libertà dopo le affermazioni di Gianfranco Fini emerse da un fuori onda.
Il partito di maggioranza si divide tra chi punta il dito contro Fini schierandosi a difesa del premier Silvio Berlusconi e chi difende il presidente della Camera. Il diretto interessato non fa nessun passo indietro rispetto a quanto ha dichiarato e, intervenendo in diretta telefonica nella puntata di martedì di Ballarò, ha affermato: Sono convintissimo che Berlusconi non centri nulla con la mafia. Dico le stesse cose in privato e in pubblico. Ma io non perdo la fiducia nella magistratura: le dichiarazioni dei pentiti devono avere dei riscontri. Sono presidenzialista da quando Bondi militava nel Pci. Ma il presidente eletto dal popolo ha il dovere di rispettare gli altri poteri: l’ordine giudiziario, il parlamento, la Corte Costituzionale, le altre magistrature. Quindi non ho nulla da chiarire e non cambio opinione. Dico le stesse cose nel pubblico e nel privato.
Lo stesso Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi, presente nello studio di Ballarò, ha replicato alle affermazioni di Fini: Mi ha particolarmente amareggiato. Dal 1992 ad oggi, è accaduto che una minoranza di magistrati ha ritenuto possibile ribaltare il verdetto elettorale degli italiani attraverso una evidente e drammatica persecuzione ai danni del leader di Forza Italia, prima, e del Pdl, ora. È anche per queste ragioni che una persona come me, proveniente dalla storia del Pci, che Gianfranco Fini ha giustamente ricordato, non poteva e non può riconoscersi nel giustizialismo che la sinistra ha abbracciato in Italia come sostitutivo dell’ideologia e come scorciatoia per conquistare il potere senza aver portato a compimento, ancora oggi, un necessario rinnovamento politico e culturale. Ed è la stessa ragione – conclude Bondi – per cui da Fini mi sarei aspettato parole che fugassero la sgradevole impressione che non si può non ricavare dalla sua conversazione con il procuratore della Repubblica di Pescara.
Molti gli esponenti del Pdl che chiedono chiarimenti al Presidente della Camera accusandolo di essere fuoridalla linea del partito, solo una voce fuori dal coro che fa capo al finiano Fabio Granata, deputato del Pdl: Cadono le braccia. È in atto un’operazione di delegittimazione nei confronti del presidente della Camera e di noi che stiamo con lui ad opera di una parte del Pdl, della quale non fa parte Berlusconi, ma dei cosiddetti ultrà. Meraviglia che tra questi ci siano dirigenti politici che devono tutto a Fini e che ora si caratterizzano per malafede intellettuale. Intanto questa mattina anche la stampa si è concentrata sul caso del fuori onda di Fini con titoli che ipotizzavano anche le dimissioni del presidente della Camera. Il Giornale, diretto da Vittorio Feltri, ha titolato larticolo sulla questione: Fini è nudo. S’è tradito, chiarisca o si dimetta, mentre il quotidiano Il Secolo, già organo ufficiale di An, prende invece le difese di Fini con un pezzo titolato: Complotti inventati e tradimenti veri.
Il presidente della camera è tornato a parlare, seppure in maniera implicita, della questione durante il suo intervento alla cerimonia in ricordo di Nilde Iotti a dieci anni dalla sua scomparsa. Bisogna ricordare il suo esempio di imparzialità e di equilibrio. ha affermato Fini – Essere super partes non significava rimanere estranei al confronto delle opinioni. La cultura democratica si fonda, a ben vedere, sul confronto delle idee. È da lì ha concluso – che viene la capacità di dialogo e di ascolto.
A margine della manifestazione, il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha commentato lo stato di agitazione del Pdl: Il centrodestra è in una confusione micidiale e queste sarebbero chiacchiere se non fosse che c’è una totale paralisi del governo in campo economico e le misure si stanno rivelando aria fritta. Il Pd dal canto suo deve dare un messaggio al paese molto chiaro: mettere al centro i temi del lavoro, essere pronto a modernizzare il sistema istituzionale e un fermo no alle leggi ad personam per risolvere i problemi di una sola persona.