ROMA. All’indomani degli attacchi della Lega all’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, accusato di pensare più ai rom e agli stranieri che alla difesa dei simboli della religione cattolica, interviene il Vaticano.
Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, raccomanda “il rispetto e la verità anche per il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, che è un grande pastore della chiesa ambrosiana e del suo popolo”.
Ancheil presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, evidenzia che “l’impegno della Chiesa è fondamentale per la società”. In particolare, a chi gli chiedeva se la Chiesa facesse bene a chiedere rispetto, il capo dello Stato ha detto: “Certamente. Tante volte la religione è un fatto pubblico e limpegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale anche da un punto di vista della società civile”.
Bertone, che è intervenuto a margine della visita di Napolitano alla Biblioteca Ambrosiana per la mostra su Leonardo, ha ricordato lultimo Angelus di Benedetto XVI per rispondere alla critiche del quotidiano la Padania e del ministro Roberto Calderoli: “Come ha detto il Papa, ricchi e poveri, paesi sviluppati e abitanti di paesi sottosviluppati, siamo tutti protagonisti della stessa vita. Dobbiamo salvarci insieme. Mi sembrano la parole più chiare e prospetticamente più adeguate”. Cè stato anche un momento scherzoso tra il cardinale Bertone e lo stesso Tettamanzi, quando il primo ha parlato dellimpegno dellarcivescovo di Milano “a dare tutta la vita per il suo popolo”. Pronta la risposta di Tettamanzi che, sorridendo, ha detto: “Non sono ancora un martire…”.
Intanto, la Lega Nord riceve l’attacco del quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire: “Ci sono polemiche che fanno rumore ma portano vergogna e imbarazzo solo su chi le scatena, non certo su chi le subisce”. In un corsivo non siglato, che sta dunque ad indicare la linea ufficiale del quotidiano, e intitolato “Quegli slogan senza verità e senza misericordia”, si parla di una polemica “sguaiata”. Quelli dei leghisti, per Avvenire, sono attacchi “che mistificano il magistero di un vescovo ancorato (…) alla serena fedeltà al Vangelo”. Sono “parole gravi e vuote, che hanno suscitato il calore del popolo attorno al proprio pastore e la preoccupata e trasversale reazione di tanti rappresentanti delle istituzioni e dei diversi partiti. Questo conta. Questo dice di Milano e dell’Italia molto più di qualunque parola scomposta e vana”. Lo stessocardinale Bertone,interpellato dai cronisti, ha detto di “sottoscrivere a pieno” il fondo di Avvenire, evidenziando che “le autorità politiche e amministrative mi sembra si siano mosse in questa direzione» esprimendo la necessità di coniugare «legalità e accoglienza”.
Ma sul fronte opposto arriva la nuova offensiva del quotidiano leghista La Padania che, in un intervento a firma di Giuseppe Reguzzoni, spiega che la tradizione cattolica è “invisa alle menti aperte della Curia milanese”. Il punto difeso da Reguzzoni è che “per la tradizione dogmatica della Chiesa Cattolica la libertà religiosa non può essere confusa con il relativismo e nemmeno con l’incoraggiamento di altre fedi da parte di chi ha l’autorità pastorale di guidare una comunità ecclesiale”. “Non nascondiamoci dietro un dito – scrive l’articolista della Padania – ad essere inquietante è l’apologia che certi prelati spacciano per libertà religiosa , idea che da Pio IX e Benedetto XVI è stata unanimemente condannata”. “È evidente – continua l’articolo di Reguzzoni – che il divieto dei minareti in Svizzera e e l’opposizione alla proliferazione delle moschee a Milano non è una forma di coercizione ma solo la limitazione di aspetti architettonici simbolici e dunque carichi di significati ostili alla nostra cultura e alla nostra democrazia se non in aperti conflitto con essa”. “È altrettanto evidente – sottolineailquotidiano leghista – che certi vescovi dovrebbero essere preoccupati di lasciare intatta la dottrina tradizionale cattolica circa il dovere delle società verso la vera religione evitando posizioni che possono essere interpretate come una manifestazione di indifferentismo religioso”.