CATANIA. Il ministro Angelino Alfano ha annunciato in questi giorni l’avvio del piano carcere, con nuovi 21mila posti e duemila assunzioni nella polizia penitenziaria.
Nell’attesa, i detenuti in molte carceri continuano a vivere come “sardine” e addirittura le forze dell’ordine non hanno dove mettere i “nuovi inquilini”. E’ il caso di Catania, dove è stato eseguito un maxi blitz che ha portato all’arresto di 51 persone ritenute affiliate a tre organizzazioni di trafficanti di droga. Mma è stato possibile portarne soltanto 10 nelle due carceri cittadine, 4 in quello di Piazza Lanza e 6 in quello di Bicocca. Per tutti gli altri non c’era spazio libero nelle celle, già occupate da 800 detenuti in più rispetto alla capienza nominale.
“E’ una situazione molto difficile. – ha detto il procuratore della DdaVincenzo D’Agata – Per permettere la detenzione in prossimità di Catania e consentire così ai gip di effettuare gli interrogatori di garanzia degli arrestati abbiamo dovuto suddividerli tra le carceri di Siracusa, Augusta, Ragusa, Enna e Caltanissetta”.
Per quanto riguarda l’operazione, denominata “Ouverture”, che ha impegnato oltre 400 agenti con l’intervento di reparti cinofili ed elicotteri, sono finiti in manette esponenti delle tre organizzazioni che agivano separatamente e in concorrenza tra loro, ed avrebbero avuto anche legami con esponenti della criminalità organizzata. In particolare, con affiliati del clan mafioso catanese Cappello, della cosca dei “Cursoti milanesi” presenti nel rione Lineri di Catania, e della ‘famiglia’ Santapaola. I tre gruppi si rifornivanoin Campania: a Napoli, nel quartiere di Secondigliano, ea Torre Annunziata.
Coinvolto anche un ex carabiniere,l’ex appuntato Vincenzo Catalano, già arrestato nel 2006 perché trovato in possesso di quasi quattro chili di cocaina. Uno dei tre gruppi di trafficanti e spacciatori di droga era guidato da Giuseppe Palmieri, detto “Pippo Cappello” perché genero del boss detenuto Salvatore Cappello. Palmieri, secondo l’accusa, comprava la droga in Campania, a Torre Annunziata, da Gioacchino Sperandeo ritenuto affiliato al clan camorristico Gionta. A capo di un altro gruppoAlfio Napoli, nipote acquisito del boss Luigi ‘Jimmy’ Miano, al vertice del clan dei “Cursoti milanesi”. Al vertice del terzo gruppo Alfio Amato, cugino del capomafia catanese Nitto Santapaola e figlio di Grazia Santapaola.
In totale sono 78 le ordinanze emesse dal gip di Catania, delle quali 51 nei confronti di persone libere che sono state arrestate e altre 21 notificate a indagati già detenuti per altre vicende. Sei persone sono sfuggite alla cattura e tuttora ricercate.