ROMA. Il ministro Renato Brunetta viene “incoronato” dal premier Berlusconi come candidato a sindaco di Venezia.
“Renato Brunetta, ministro dell’Innovazione e Funzione Pubblica, è una personalità politica di primo piano del popolo delle libertà”, si legge in una nota dell’ufficio di presidenza del Pdl. “Per questa ragione, il presidente Silvio Berlusconi, a nome dell’intera coalizione, gli ha chiesto di accettare la candidatura a sindaco di Venezia. Il valore di questa candidatura è dato dal lavoro che il ministro Brunetta ha fin qui svolto nel governo e dal fatto di essere un veneziano autentico e appassionato verso la sua città”. “Venezia – conclude la nota – subisce da anni un grave declino e merita finalmente una guida capace di valorizzare le enormi potenzialità. Siamo sicuri che il sindaco Brunetta sarà la persona più adatta a questo difficile compito”.
“Ce la farò. In Francia i ministri più bravi sono quelli che fanno anche i sindaci”. Così, intervistato dalla Stampa, Renato Brunetta commenta a caldo la scelta del Pdl di candidarlo alla poltrona di primo cittadino a Venezia e solleva ogni dubbio: resterà ministro in caso di vittoria anche se, sottolinea’, “sarà una gran faticaccia”. Il titolare della Funzione pubblica motiva la scelta spiegando che le sue riforme andranno a regime “non prima di un anno” e di volerle seguire fino alla fine per “una questione di rispetto” nei confronti degli elettori. A chi obietta che per una città come Venezia ci vorrebbe un sindaco a tempo pieno Brunetta risponde che ce la farà, anzi, “per una città di respiro mondiale avere un sindaco-ministro sarà una forza, non una debolezza”. Tutto “aperto” per quanto riguarda la coalizione con cui correrà e Brunetta si dice pronto a “raccogliere consenso” anche “oltre”: a Venezia, dice, “c’é bisogno di un forte cambiamento e io posso incarnarlo”.
REGIONALI. Per quanto riguarda le regionali, lo stesso ufficio di presidenza del Pdl ha deciso di dare mandato ai coordinatori di presentare per la prossima settimana anche i nomi di candidati per altre quattro regioni: Basilicata, Umbria, Marche e Toscana. Per la Puglia si fa il nome del giornalista del Tg1 Attilio Romita oltre a quelli di Adriana Poli Bortone, Rocco Palese e del sottosegretario Alfredo Mantovano. Anche per la Basilicata è in lizzaun altro giornalista: l’ex vicedirettore del Corriere della Sera Magdi Allam, salito alle cronache per la sua conversione dall’Islam al Cristianesimo (ha cambiato il nome in Magdi Cristiano Allam). Una candidatura che suscita clamore, soprattutto perché Allam è attualmente deputato europeo eletto con l’appoggio dell’Udc. Premettendo di “essere un indipendente” e di aver partecipato alle elezioni europee solo con l’appoggio dell’Udc al nord-ovest, Allam ha detto: “Sto valutando con il Pdl la mia candidatura come indipendente per la Basilicata, ci sarà una lista del presidente sostenuta da una lista del Pdl”. E ha concluso: “L’ufficialità ci sarà dopo un incontro che avrò con il presidente Berlusconi”. Intervenendo telefonicamente alla trasmissione Porta a Porta il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha precisato che Allam “non è un nostro dirigente, ne un nostro iscritto. Quando è venuto da noi – ha ricordato Casini – ci disse che veniva ma che era indipendente. Per questo gli faccio i migliori auguri. Se poi è un esperto di Basilicata lo dimostrerà in campagna elettorale. Ma non voglio fare polemiche: io non gli ho chiesto niente e non mi aspetto niente”.
UDC. Intanto, si fa sempre più difficile una possibile alleanza con l’Udc per le amministrative di marzo. Berlusconi in persona, durante l’ufficio di presidenza del Pdl, avrebbe accusato il partito di Casini di “fare accordi solo in base alle convenienze”. Da parte sua, il leader dello scudocrociato ha tracciato le future alleanze centriste per le altre regioni ancora incerte: Puglia, Calabria e Campania. Per la prima, ha spiegato, tutto dipenderà dalle primarie del Pd anche se chiarisce: “Vendola è incompatibile con l’Udc”. Per la Calabria, invece, “non è un mistero che c’è un quasi accordo con Scopelliti (Pdl) mentre, infine, per la Campania, dove il Pdl ha candidato Stefano Caldoro,”il dibattito è ancora aperto anche se – ha aggiunto – Caldoro ha una qualità rilevante”.