Cattedrale gremita per l’ultimo saluto alle vittime di Favara

di Emma Zampella

 FAVARA. Centinaia sono state le persone che hanno voluto dare il loro ultimo saluto a Marianna e Chiara Pia Bellavia, le sorelline di 14 e 3 anni, morte in seguito al crollo della loro abitazione, sita in Via del Carmine.

Favara ha proclamato il lutto cittadino. La cerimonia è stata officiata dall’arciprete Don Mimmo Zambito, che ha deciso dicelebrare il funerale in seguito al rifiuto da parte dell’arcivescovo, Francesco Montenegro, in segno di protesta per quella che era una strage annunciata. Ha preferito invece stare ammezzo alla folla.

La chiesa era gremita: in ogni partedella chiesatanta gente, anche in piedi, per dare l’ultimo saluto alle due sorelline. Tantissimi anche i ragazzini e i bambini che tra le lacrime e ancora un po’ di incredulità hanno voluto anche assistere alla cerimonia funebre per salutare le loro compagne. Al centro della chiesa le due bare bianche, l’una accanto all’altra, a voler richiamare quel legame che nonostante la differenza di età le legava. Nelle prime file i genitori, Giuseppe Bellavia e Giuseppina Bello, che hanno più volte baciato le bare che “proteggeranno” una volta per tutte i loro corpi, sostenuti fortemente da amici e parenti. Ma la folla maggiore è rimasta in piazza ad ascoltare l’omelia dagli altoparlanti.

Omelia che è stata sentita dallo stesso arciprete che con la voce rotta ha detto: “Favara è un luogo generoso, ma disgraziato. A chi ha il potere chiediamo di guardare in basso, a chi nel popolo fa una fatica incredibile anche se con estrema dignità, alla famiglia Bellavia chiediamo di guardare in alto, a Cristo crocifisso”. Nel corso della cerimonia sono state lette anche le parole che il presidente della Camera, Gianfraco Fini, e quelle del presidente del Senato, Renato Schifani, fatte pervenire con una lettera inviata alla famiglia Bellavia.

Non sono mancati in questo giorno di lutto coloro che hanno puntato il dito contro Domenico Russello,

accusato come colpevole della strage. “Era unatragedia che poteva essere evitata” commentano gli abitanti di Favara. Ma il primo cittadino si difende: “Sono stato ingiustamente additato come l’unico responsabile di questa tragedia, ma io sono sindaco solo da due anni e mezzo e ho fatto quello che dovevo fare. Ho la coscienza pulita. Il procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, ha detto che non c’è ancora nessun indagato perchè ancora non ha acquisito gli elementi investigativi di una prima valutazione”.

Russello non ha esitato a ribadire che la famiglia Bellavia aveva già fatta richiesto di una casa popolare nel 2002, richiesta respinta per inadempienza burocratiche. Durissimo anche il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione: “Quanto accaduto a Favara, purtroppo, fa tornare alla ribalta le condizioni in cui si trovano molti luoghi della Sicilia, che sta venendo fuori da anni di degrado e di miseria, con la mafia che ha fatto pressioni sulle amministrazioni comunali.” E a chi chiede a Russello se sia già inscritto nel registro degli indagati, lo stesso risponde che “L’iscrizione non è un atto dovuto, non si fa automaticamente. Ma si fa solo a seguito dell’acquisizione dei primi elementi indiziari. Mi potranno insegnare a fare il sindaco ma non l’avvocato penalista che è il mio mestiere”.

Il sindaco di Favara ha poi commetato la scelta dell’arcivescovo della città. “Da cattolico non posso tollerare questa scelta. Il suo appoggio sarebbe stato utile a tutta la cittadina”. Il vescovo, in seguito alla tragedia di Messina, aveva annunciato che nel caso in cui si fosse verificato un’altra tragedia simile, non avrebbe celebrato eventuali esequie.

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