Berlusconi in Israele: “Sogno che questo paese entri nell’Ue”

di Angela Oliva

Silvio Berlusconi e Benyamin Netanyahu (Sky tg24)TEL AVIV (Israele). Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è giunto lunedì mattina in Israele per il vertice italo-israeliano che durerà tre giorni.

Una delle prime tappe del premier nella Foresta delle Nazioni, sulle colline di Gerusalemme, dove Berlusconi ha piantato un ulivo di pace, in segno di amicizia con Israele. Raffaele Sassun, rappresentante italiano del KKL, ha affermato che è un gesto simbolici per chi si reca in Israele.

A tale affermazioni Berlusconi ha risposto scherzosamente: “Credo di essere l’italiano vivente che ha messo a dimora più alberi. Sono l’unico italiano a fare collezione di ulivi antichi, in Sardegna ho almeno 20 ulivi che hanno più di mille anni, con la certificazione dell’Università di Gerusalemme, che ne ha duemila. Io, scherzando, dico qualche volta ai miei ospiti che quest’ultimo viene direttamente dall’orto Getsemani e che il segno visibile sul tronco è un segno lasciato dal ginocchio di Gesù”.

Il presidente del Consiglio è stato accolto calorosamente in terra israeliana e lo stesso premier Benyamin Netanyahu lo ha ricevuto con il picchetto d’onore e con un discorso di stima: “Caro Silvio – ha detto il premier israeliano – siamo molto felici di averti a Gerusalemme. L’Italia è uno dei più grandi amici di Israele e la tua è una visita storica. Israele è legata all’occidente e Roma e Gerusalemme hanno gettato le basi della cultura occidentale”.

Il premier ha ringraziato per l’accoglienza e ha espresso le sue considerazioni in merito al paese ospitante: “Noi ci opporremo tutti insieme come Comunità internazionale affinché ciò non possa assolutamente mai accadere. Il futuro – ha aggiunto – è la principale preoccupazione di Israele, per cui bisogna avere la consapevolezza anche del terribile passato vissuto dagli ebrei per non tornare mai più a quella indifferenza del mondo che è il più grande male. Per questo, vorremmo che tutti insieme potessimo guardare al futuro e far sì che sia di prosperità, benessere e soprattutto pace per questo popolo”. Il premier italiano, inoltre, ha svelato uno dei suoi sogni cioè che anche Israele possa entrare a far parte dell’Unione Europea: “Ho un sogno: che Israele possa entrare un giorno nell’Unione europea. Abbiamo l’orgoglio di essere noi, con la cultura giudaico-cristiana, alla base della civiltà europee e siamo qui a testimoniare l’amicizia, la vicinanza, la volontà di collaborazione”.

L’agenda di Berlusconi per questi tre giorni in Israele è fitta di impegni, a cominciare da martedì giorno in cui il Cavaliere incontrerà, in una riunione plenaria, i ministri delle due parti presenti per alcuni colloqui bilaterali. Mercoledì 3 febbraio, Berlusconi parlerà dinanzi alla Knesset , il Parlamento di Gerusalemme, e poi inaugurerà una mostra di disegni di Leonardo da Vinci. Infine il premier si recherà a Betlemme, in Cisgiordania, dove incontrerà il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen e dove visiterà la basilica della Natività di Gesù.

Ad accompagnare Berlusconi in Israele ci sono sette ministri: Claudio Scajola (Sviluppo economico), Altero Matteoli (Infrastrutture), Franco Frattini (Esteri), Andrea Ronchi (Politiche Ue), Maurizio Sacconi (Welfare), Ferruccio Fazio (Salute) e Stefania Prestigiacomo (Ambiente), che rientreranno martedì sera in Italia. Proprio su questo fitto entourage il leader dell’Idv ha avuto da ridire annunciando un’interrogazione parlamentare: “Ministri, portaborse e collaboratori vari per un totale di 100 persone per la tre giorni in Israele di Berlusconi. In un’interrogazione alla Camera chiediamo al governo la lista dettagliata dei componenti della delegazione e i precisi motivi della presenza di ciascuno degli accompagnatori del premier. Chiediamo se non sia da considerarsi eccessiva tale delegazione in un momento in cui il governo dovrebbe adottare una politica di rigore. Questo governo va avanti con un tenore eccessivamente alto che ricorda un po’ troppo le tanto discusse missioni all’estero di Craxi”.

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