ROMA. È morto all’età di 95 anniAntonio Giolitti, membro della Costituente e senatore fino al 1992. Era il nipote dello statista Giovanni Giolitti.
Nel 1941 viene arrestato dalla polizia fascista con laccusa di attività eversiva, poi rilasciato per insufficienza di prove. Insieme a Giancarlo Pajetta fondò le Brigate Garibaldi (comuniste), molto attive nella lotta antinazista in Piemonte. Gravemente ferito in battaglia nel 1944, si fa curare in Francia. Torna in Italia nellaprile del 1945. Dopo la Liberazione diviene sottosegretario agli Esteri nel governo provvisorio di Ferruccio Parri.
Eletto allAssemblea costituente nel 1946, è deputato del Pci dal 1948 al 1957. Dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria del 1956, abbanda il Partito comunista per aderire al Partito socialista con cui diventa deputato dal 1958 al 1976.
Più volte ministro del Bilancio nei governi guidati da Moro, Rumor e Colombo, Giolitti è uno dei principali ispiratori della programmazione economica. Dal 1977 al 1985 è commissario presso la Comunità economica europea. Nel 1985, in polemica con Bettino Craxi e la sua politica di rinnovamento del partito, abbandona il Psi e nel 1987è eletto senatore come indipendente del Pci. Al termine della legislatura nel 1992 si ritira dalla politica attiva.
“Partecipo con profonda commozione al dolore dei famigliari e al più vasto cordoglio per la scomparsa di Antonio Giolitti”, scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato alla famiglia. “Giolitti ha lasciato l’impronta di una personalità di eccezionale levatura culturale e morale nella vita politica e nell’attività di governo. La sua finezza intellettuale, la sua coerenza e la sua dirittura, sempre accompagnate da rara sobrietà e discrezione, sono state per me personalmente fonte di ispirazione e hanno nutrito una sempre più schietta amicizia tra noi. Le istituzioni della Repubblica rendono ad Antonio Giolitti rispettoso e riconoscente omaggio”.