Sgomberato il campo rom Casilino 900. Alemanno: “Svolta epocale”

di Emma Zampella

 ROMA. Il Casilino di Roma, il campo nomadi più grande d’Europa, ha chiuso i battenti.

Su quello che era un territorio di degrado, abitato da famiglie di rom, alla melma e ai rifiuti, diventerà un parco verde.

“Dopo 50 anni siamo riusciti a chiudere questo campo, anche grazie alla collaborazione dei nomadi e dei comitati di quartiere. Abbiamo cancellato questa vergogna di Roma conciliando solidarietà e legalità: e tutti i nomadi sono stati trasferiti in campi vivibili”, queste le parole con cui il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato l’operazione. Lo smembramento del campo è stato avviato già nella giornata di domenica, quando circa 50 famiglie di bosniaci sono state trasferite nel campo, legalmente e civilmente organizzato, di via Salone.

A seguito del riconoscimento di tutti i membri presenti, si è proceduto alla ricollocazione degli stessi, avvenuta anche rispettano le varie etnie; molti sono stati i bosniaci che a seguito del fototesseramento hanno provveduto con i loro camioncini a svuotare le ultime baracche presenti. Le attività di sgombero sono state coordinate dagli uomini della Polizia municipale, dei carabinieri, della polizia e della Croce Rossa Italiana sotto la guida del commissario provinciale di Roma, Marco Squicciarini.

Una svolta epocale per Roma, perché è un’operazione che sarà estesa anche ad altri campi illegalmente costituitisi nel corso del tempo: si tratta di preservare non solo il decoro della città, ma anche di garantire migliori condizioni di vita per coloro che scelgono di vagabondare per il mondo. “La chiusura di Casilino 900 – sottolinea Alemanno – non è un segnale isolato: fa parte di un piano nomadi complessivo, che ci portera’ entro un anno a fare sì che tutti gli altri campi tollerati ed abusivi vengano abbattuti”. Dello stesso parere sembra essere anche l’assessore alla Politiche sociali, Sveva Belviso, che alle dichiarazioni del primo cittadino romano, aggiunge: “Abbiamo un programma che prevede una serie di trasferimenti. Dopo Tor de’ Cenci e La Martora seguiranno Baiardo, Foro Italico, Monachina, Arco di Travertino, Spellanzon e Sette Chiese. Inizieremo a parlare con i nomadi dei primi due campi già in settimana, per attivare le procedure di fotosegnalamento”.

Il sindaco ha previsto infatti la costruzione di circa 12-13 campi per i nomadi, legalizzati ed autorizzati, dove si possano avere, al limite, condizioni di vita migliori. In questi futuri luoghi di assembramento dei rom si cercherà di far confluire anche i membri di quei microcampi che si creano nell’arco di una notte in posti centrali della città, come a Monte Marino o lungo il Tevere.

Le pratiche di bonifica del Casilino saranno avviate già nei prossimi giorni: “Questo terreno diventerà un parco e sarà bonificato. Nell’arco di un mese saranno portati via tutti i detriti, tra i quali abbiamo trovato molto eternit. A Roma i nomadi saranno 6mila di fronte a una città di 2,8 mln di persone. Non possono essere un problema, ma devono essere una realtà che può essere integrata garantendo legalità a tutti”, ha dichiarato Alemanno.

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