ROMA. Il presidente della Camera Gianfranco Fini rivolge un appello affinché, subito dopo le elezioniregionali,si lavori per riforme condivise.
“Spero che, finita la consultazione elettorale di marzo, si parta finalmente con un disegno di riforma della Costituzione partendo da ciò che si può fare con una larga condivisione”, ha detto Fini durante un incontro al Teatro Comunale di Pietrasanta.
Il cofondatore del Pdl è tornatoanche sulle indagini che riguardano grandi eventi e appalti, sostenendo di non ritenere che si tratti di una “nuova tangentopoli” ma di un “fenomeno di malcostume diffuso”. “Non è sufficienti essere arrestati – è l’opinionedel numero uno di Montecitorio- per essere automaticamente dei delinquenti”. I magistrati che indagano sulle inchieste sul G8 e sullAquila si devono vergognare, come ha detto il premier Silvio Berlusconi?. Fini risponde “No”. “È notorio – commenta l’ex leader di An – che il capo del governo usa espressioni molto dirette, perché ritiene di essere al centro di un particolare accanimento da parte di alcune procure: ma al netto di questa espressione, che lascia il tempo che trova, il compito della politica è quello di riformare la cosa pubblica e quindi sì garantire che ci sia una giustizia in tempi brevi e certi, ma anche che ci sia una giustizia autenticamente giusta, basata su quellequilibrio necessario che oggi molte volte non cè”.
Finilancia anche la sua personale proposta sulle “liste pulite” andando oltre il piano di Berlusconi di escludere dalle elezioni i candidati corrotti. “Se domani – è il pensiero del presidente della Camera – il Parlamento approvasse col voto di tutti una leggina per cui chi è condannato con sentenza definitiva per reati contro la Pubblica Amministrazione per 5 anni non si può candidare, la pubblica opinione direbbe ‘meno male’, reagirebbe positivamente, e le istituzioni politiche acquisterebbero un tassello di fiducia in più rispetto a oggi”.
Alle riforme condivise auspicate da Fini apre il leader del Pd Pier Luigi Bersani: “Le elezioni sono importanti ma c’è un Paese. Le riforme se condivise possono essere fatte prima, dopo e durante ma la questione è: di cosa stiamo parlando. Quando si parla di riforme arrivano cose strane in Parlamento”. “Io farei da subito – h aaggiunto Bersani – qualche buona operazione sull’economia con delle riforme. Ed invece da due mesi in Parlamento arrivano cose stravaganti”.
Per il leader dellIdv, Antonio di Pietro,le riforme da fare sono molte, secondo l’ex pm, che però sottolinea: “Di questo governo non mi fido”. “L’invito ad aprire un confronto – afferma l’ex pm – sui temi istituzionali è destinato a cadere nel vuoto perché la reale volontà del governo, fino ad oggi, è stata quella di calpestare i principi della Costituzione adattandola agli interessi dei soliti furbetti del quartierino e di utilizzare il Parlamento a proprio uso e consumo. Si continua a parlare di riforme ma – conclude Di Pietro – le uniche proposte che abbiamo visto sono le stesse contenute nel progetto della P2: pieno controllo e abolizione della libertà di stampa, subordinare il potere giudiziario a quello legislativo e indebolire il sindacato”.