Il “capopolo” Berlusconi rifiuta confronto con Bersani

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. Il premier Silvio Berlusconi, rispondendo al segretario del Pd Pier Luigi Bersani, sidichiara non affatto dispiaciuto di esseredefinito un “capopolo”.

E, ad una settimana dal voto delle regionali, non ritiene opportuno un confronto pubblico con il segretario dei democratici. “Le dichiarazioni quotidiane di Bersani nei miei confronti – spiega Berlusconi – ci hanno fatto perdere la fiducia che si possa arrivare a un interscambio produttivo basato sulla realtà”. Per il vicesegretario del Pd Enrico Letta, “Berlusconi getta la maschera”. “È amore non volere un confronto col proprio contendente politico? O forse non è la massima espressione di odio? – si chiede Letta – Ci ripensi. Ne guadagnerà l’Italia e si raddrizzerà questa sua sinora infelice campagna elettorale”.

DaBologna, dove si è recatoper sostenere la candidatura alla regione di Anna Maria Bernini, il premier preferisce non entrare nello scontro sui numeri della manifestazione (“Ognuno dà quelli che gli fanno comodo”), ammettendo però di aver provato molta emozione nel vedere tante persone. “Il Popolo della libertà – sottolineaBerlusconi – è nato dal basso, dalla gente, i partiti sono stati quasi obbligati ad aderire, abbiamo fatto nascere questa formazione in un anno e abbiamo vinto tutte le elezioni. Le differenze di vedute sono una ricchezza che ci arricchiscono, purché non diventino sterili contrapposizioni: in quel caso sarebbero una malattia”.

Il presidente del Consiglio non nasconde la sua preoccupazione per il possibile astensionismo. “È certamente un pericolo, – ha detto – noi insistiamo ad affermare che l’astensione è dare voto alla sinistra. Insistiamo ancora – sottolinea il premier – che chi non si riconosce nella sinistra è obbligatorio che voti la Lega o il Pdl”. Il premier risponde a un cronista che gli fa notare il calo di affezione alla politica da parte degli italiani, stimato intorno al 12%. “Credo – risponde Berlusconi – che sia effetto di come la politica viene presentata ai cittadini dalla stampa e dalle televisioni. Tra l’altro il nostro è l’unico Paese dove su una Tv pubblica si assiste a risse, che qualcuno definisce pollai, che fanno malissimo. Siamo gli unici in Italia che fanno il ‘pastone’ su ogni cosa, anche sulle decisioni del governo ospitando spezzoni di dichiarazioni dei politici di ogni parte”. Berlusconi poi richiama le parole di Benedetto XVI: “Mesi fa ha detto che la politica è il più alto atto di carità; io la interpreto in questo modo, ma mi pare che i cittadini non la pensino così”.

E achi parla di declino di Berlusconi, il diretto interessato ribatte: “Dopo le elezioni avevo il 68% del consenso, adesso sono sceso al 61%, mentre Sarkozy è al 32%, la Merkel al 40% e Obama al 42%: io sono il recordman delle democrazie occidentali, come si può pensare che un leader al 61% sia in declino?”.

Unaccenno, inoltre, allo spettacolo che Michele Santoro sta organizzando per giovedì a Bologna: “L’ultima dimostrazione – commenta Berlusconi – che esiste il massimo della libertà. Non ho niente da dire, sono liberi di farlo, evviva!”.Infine, un nuovo attacco a media e pm: “Giornali e tv sono stati intasati da una gragnuola di inchieste della magistratura che ha dettato i temi della campagna elettorale. Per questo ho deciso di dare una mano anche io, per rompere la cortina degli attacchi elettorali. La nostra patologia più grave è avere una corrente della magistratura che utilizza il diritto a fini politici di lotta”, dice il Cavaliere, ricostruendo, passaggio per passaggio, tutte le inchieste giudiziarie che hanno riguardato il centrodestra negli ultimi mesi.

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