Fini: “Semipresidenzialismo? Allora si cambi legge elettorale”

di Redazione

Gianfranco FiniROMA. “Non si può ragionare del modello francese presidenziale prescindendo dalla legge elettorale”. Lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenendo a proposito della riforma che porterebbe al semipresidenzialismo.

“La vicenda francese, e qui faccio un inciso polemico, – dice Fini – mostra che da noi si parla sovente in modo troppo superficiale di riforme”. “Quello che dovremmo cercare di importare in Italia dal modello francese – spiega il cofondatore del Pdl – è la garanzia della vitalità, della lunga durata di un sistema che ha saputo riconciliare da un lato la rappresentanza con l’efficienza, dall’altro il parlamentarismo con la leadership. Il confronto tra la nostra realtà e quella francese – prosegueFini – è proficuo solo se condotto in modo scientifico, sulla base dello sviluppo storico e della realtà costituzionale dei due paesi e attraverso una seria comparazione dell’organizzazione dei poteri dello Stato e degli equilibri tra essi”. “Anche in Italia -aggiunge – si avverte l’esigenza di un miglior equilibrio istituzionale tra il potere esecutivo e quello legislativo, dobbiamo riequilibrare il ruolo del Parlamento rispetto al governo”. “Se si vuole guardare a Parigi, e io sono fra questi, – sottolinea Fini – occorre guardare alle estese innovazioni istituzionali che hanno riguardato le modalità di elezione e i poteri del Presidente della Repubblica ma anche al riordino del Parlamento e alla legge elettorale”.

Di parere contrariol’ex An e capogruppo al Senato del Pdl Maurizio Gasparri: “Un conto sono le riforme istituzionali. Un altro la legge elettorale. Non riteniamo necessario in questa fase mettere mano alla seconda”. Gasparri spiega che se si insedierà un Senato federale ci sarà anche un problema di come regolarne i meccanismi elettivi. Ma in questo caso, aggiunge, si tratterebbe di creare delle norme riguardanti una nuova realtà istituzionale. “Per quanto riguarda l’attuale Parlamento, la legge elettorale vigente ha funzionato esprimendo una maggioranza in grado di governare”, conclude Gasparri.

Sulla scelta delsemipresidenzialismo alla francese è convinta la Lega. “Il presidente della Repubblica – spiegail ministro RobertoCalderoli – non ha un ruolo di governo: indica il primo ministro ma poi è il primo ministro a tenere e coordinare l’esecutivo. E’ un bilanciamento molto più forte a vantaggio del Parlamento, rispetto al modello francese”. Nel testo illustrato a Napolitano, prevista anche “la riduzione del numero dei parlamentari, che diventerebbero 400 alla Camera e 200 al Senato, al posto dei quasi mille di oggi”. Ci sono poi misure punitive per i parlamentari assenteisti, con una parametrazione tra quello che un parlamentare guadagna e ciò che effettivamente “produce”.

Intanto,di riforme torna a parlare anche il capo dello Stato: “Non sprechiamo questa occasione – dice Giorgio Napolitano – la fine di questa legislatura coinciderà con la fine del mio mandato al Quirinale. Facciamo che non sia una legislatura sprecata per le riforme. Discutiamo quali sono effettivamente necessarie e realizziamole”.

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