ROMA. Il governoè stato battuto alla Camera su un emendamento del Pd al decreto “salvaliste”, a cui la maggioranza aveva dato parere negativo.
L’emendamento, a firma di Gianluca Bressa,è soppressivo di tutto il testo, quindi – come ha spiegato il presidente di turno Rosy Bindi – il provvedimento decade. Complici della debacle dell’esecutivo le assenze tra le fila del Pdl: 262 voti favorevoli e 254 contrari.
Non hanno partecipato al voto 38 deputati del Pdl e quattro della Lega. Tra le assenze eccellenti del partito della Libertà ci sono quelle del capogruppo Fabrizio Cicchitto, del vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, di Niccolò Ghedini e Denis Verdini. E’ mancato all’appello anche mezzo governo, per lo più in missione. Risultano in missione anche 31 esponenti del Pdl più sette del Carroccio.
Il Consiglio dei ministri aveva varato d’urgenza il decreto dopo che la lista del Pdl era stata esclusa in Provincia di Roma ed il listino di Formigoni in Lombardia per vizi di conformità dalla competizione elettorale per le Regionali di fine marzo.
Il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, tende a minimizzare le conseguenze che questo stop può avere sulle elezioni. “Rischi oggettivi – dice – non mi pare che ci siano”. Ma non nega che ci sia “dispiacere per una votazione delicata dove nella maggioranza ci sono stati troppi assenti”.
Dall’opposizione, il capogruppo dell’Italia dei Valori, Massimo Donadi, ritiene che “siamo di fronte ad un Governo indecente. Prima vara provvedimenti vergognosi, poi non ha il coraggio di venire in Parlamento e metterci la faccia per approvarli. Avranno pure vinto le elezioni ma non hanno la dignità di governare il paese”. Per il segretario Pd, Pierluigi Bersani,si tratta di”una sconfitta politica per la maggioranza e il overno: aggiungendo pasticcio a pasticcio, finiscono vittime della loro stessa arroganza”.