PALERMO. Il procuratore generale Antonino Gatto ha chiesto alla Corte di Appello di Palermo la condanna a 11 anni di reclusione del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri.
Questultimo ha commentato con una battuta: Il procuratore generale può dire quello che vuole: non posso neanche ascoltare quello che dice e ho preferito andare a prendermi lo sfincione (una pizza tipica di Palermo, a base di cipolle, pomodoro, pan grattato e caciocavallo) a Porta Carbone. Qui non cè fumus persecutionis, qui cè una vampa, un incendio.
Il personaggio di cui parla il procuratore generale io non lo conosco, non esiste. Da 15 anni stanno processando una persona che non esiste, ha aggiunto Dell’Utri. Anche prima della richiesta DellUtri sera mostrato ironico: Faccio limputato da 15 anni, è diventato quasi uno stato dellessere e sono stanco. Arriverà il momento in cui finirà tutto e mio mi chiedo ora che faccio?. Mi sono insomma abituato a fare limputato, è diventata una cosa strutturale.
In primo grado Dell’Utri è stato condannato a 9 anni. Il senatore era presente in aula al momento della richiesta. Anche in primo grado la Procura aveva chiesto per Dell’Utri la pena di 11 anni, ma il Tribunale ne aveva poi comminati 9. Al termine della requisitoria, il pg Gatto ha anche chiesto ai giudici di dichiarare lestinzione del reato per Gaetano Cinà, unico altro imputato del processo, deceduto.
La lunga requisitoria del pg è cominciata a settembre e interrotta a novembre per l’esame, a sorpresa, del pentito Gaspare Spatuzza. L’accusa ha chiesto, poi, a marzo, un nuovo stop della requisitoria per l’interrogatorio di Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo Vito, ma la corte ha respinto l’istanza dichiarando la testimonianza non assolutamente necessaria.