‘Ndrangheta, preso il boss Giovanni Tegano

di Redazione

Giovanni TeganoREGGIO CALABRIA. Giovanni Tegano, 70 anni, numero uno dei boss latitanti della ‘Ndrangheta, è stato arrestato lunedì sera dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria.

Ricercato dal 1993, deve scontare la pena dell’ergastolo per un omicidio ma è destinatario anche di numerosi provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altri reati. Il 13 luglio del 1995 erano state diramate le ricerche in campo internazionale.

Gli agenti hanno fatto irruzione in un’abitazione in località Perretti di Reggio Calabria dove hanno sorpreso Tegano in compagnia di altre persone. Al momento dell’irruzione il boss e gli altri presenti non hanno opposto resistenza e sono stati tutti arrestati. Subito dopo a Tegano sono stati notificati una serie di provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altri reati.

Gli investigatori da diverso tempo gli davano la caccia non esitano a ricordare che il “nome dei Tegano è legato alla guerra di mafia che ha mietuto tantissime vittime”. Le cosche contrapposte nella guerra di mafia durata dall’ottobre ’85 all’estate del ’91 erano da una parte i De Stefano, Tegano, Libri, Latella, Barreca, Paviglianiti, Zito, dall’altra Imerti, Saraceno, Condello, Fontana, Serraino, Rosmini. Furono uccise oltre 600 persone.

ll ministro dell’interno Roberto Maroni si è congratulato con il capo della polizia Antonio Manganelli . “La cattura di Tegano – ha sottolineato Maroni – èil colpo più duro che si potesse infliggere alla ‘ndrangheta essendo il numero uno dei ricercati calabresi”.

ROCCO MORABITO. Poche ore prima i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria avevano arrestato a Melito Porto Salvo anche Rocco Morabito, irreperibile da alcuni anni, figlio del boss Giuseppe detto “U tiradrittu”. Il cinquantenne era stato individuato mentre era in auto e stava andando a trovare la sorella. Quando i militarilo hanno fermato non ha opposto resistenza. Nei giorni scorsi nei confronti di Rocco Morabito era stato emesso dalla Dda di Reggio Calabria un provvedimento di fermo nell’ambito dell’operazione “Reale”, nella quale è emerso lo stretto collegamento tra le cosche di San Luca e Africo e di Reggio Calabria per la gestione di una vasta serie di attività illecite, con la costituzione, tra l’altro, di una “cupola” provinciale cui erano affidate le decisioni sulla definizione degli organigrammi dei singoli gruppi criminali.

La cattura del boss

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