ROMA. Dopo la lite tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini, è scoppiato il caso di Italo Bocchino.
Da oggi è ufficialmente un semplice deputato poiché ha presentato le dimissioni irrevocabili dal ruolo di vice capogruppo vicario del Pdl alla Camera. Ma non è finita qui. Bocchino, infatti, in una lettera che accompagnava le dimissioni, ha attaccato apertamente il presidente del Consiglio: Berlusconi ha chiesto la mia testa. spiega Bocchino – Non esiste un solo partito democratico dove possa accadere ciò che è accaduto oggi. C’è stata una direttiva di Berlusconi durante Ballarò che chiedeva la mia testa. Berlusconi commette un grave errore che è quello di colpire il dissenso, colpire chi è in vista per educarne cento. Ma questo non porterà il partito lontano. Berlusconi è ossessionato da me. E da almeno un anno che chiede la mia testa, – sottolinea alex capogruppo – perché ritiene che non possa esserci uno non allineato. Berlusconi mi ha pure chiamato per dirmi di non andare in televisione. Che un leader chiami un dirigente per dirgli questo, è una cosa che non esiste al mondo. In una telefonata, con toni concitati, mi ha pure detto: Farai i conti con me. Berlusconi – ha aggiunto il deputato finiano – commette un grave errore che è quello di colpire il dissenso, colpire chi è in vista per educarne cento. Ma questo non porterà il partito lontano. Possono toglierci tutti i posti di responsabilità che abbiamo ma continueremo a combattere la nostra battaglia dallinterno. I presidenti delle commissioni non sono in discussione, a meno che Berlusconi non decida altre epurazioni.
Diversa invece la posizione di Silvio Berlusconi che, durante la cena di mercoledì sera a Palazzo Grazioli con alcuni parlamentari del Pdl, avrebbe spiegato la sua versione dei fatti: Ho chiamato Bocchino laltra sera quando doveva andare a Ballarò. Con me è stato anche un pò insolente. Gli ho detto che non si può andare in tv a fare sceneggiate coinvolgendo il partito. Tutti nel Pdl devono capire che non si può sputtanare il partito. A volte mi verrebbe voglia di mollare tutto, non si può passare tutta una giornata a discutere per questioni di partito. Io ho un Paese da governare e problemi internazionali da affrontare ed è deprimente perdere così tanto tempo per certe cose. Io comunque non sono un irresponsabile e vado avanti. Sarà il partito ad affrontare certe cose.
Stando alle indiscrezioni trapelate, durante la cena con i parlamentari Pdl, Berlusconi avrebbe parlato anche di Fini: Abbiamo constato che tra di noi non c’è più amicizia, ora vediamo se c’e lealtà da parte sua. Lealtà nei confronti del Pdl ma soprattutto degli elettori. Vedremo se sarà leale in Parlamento. È chiaro che se qualcuno vuole assumersi la responsabilità di far cadere questo governo lo si vedrà in Parlamento e a quel punto la strada per le elezioni sarà l’unica possibile.
Inevitabili le reazioni che sono giunte soprattutto dalla maggioranza parlamentare. Fabrizio Cicchitto, capogruppo alla Camera del Pdl, è intervenuto con una nota per rassicurare che che non c’è stata nessuna epurazione per Bocchino: Consideravo chiuse la vicenda e le polemiche con le dimissioni di Italo Bocchino e con le dichiarazioni di alcuni colleghi che hanno affermato trattarsi di un atto di distensione. Per favorire la distensione da parte mia non solo ho scelto di revocare l’assemblea del gruppo ma mi ero anche astenuto da ogni comunicato. Purtroppo, non mi sembrano affatto distensive le dichiarazioni di Bocchino su inesistenti tentativi di epurazione da parte del presidente Berlusconi. In effetti, l’onorevole Bocchino fra dimissioni, ritiro di dimissioni, riproposizione delle medesime e, adesso, con queste nuove affermazioni, contribuisce a creare un clima di polemica permanente.
E stato un gesto di responsabilità. ha affermato il finiano Fabio Granata – Ora, visto che c’è una situazione di stand by nel partito dopo la direzione, è giusto che ci sia uno stand by anche nel gruppo. Ma è anche chiaro che non ci debbono essere forzature. Non si pensi di calare dall’alto un altro vicacapogruppo vicario. Da adesso in poi le decisioni nel gruppo si prendono votando.