ROMA. Il governo nella serata di martedì ha varato la manovra economica 2011-2012 da 24 miliardi. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sottolinea che non si tratta di una finanziaria qualsiasi, bisogna gestirla tutti insieme.
L’appello è rivolto ai rappresentanti di enti locali e Regioni, riuniti a Palazzo Chigi, ognuno dei quali, ha detto il ministro, deve fare la propria parte per risanare i conti del Paese ed evitare il “rischio Grecia” paventato lunedì dal sottosegretario Gianni Letta. Il confronto è proseguito con le parti sociali, imprese e sindacati, e alle21 c’è stato il via libera da parte del Consiglio dei ministri. Alla riunione con gli Enti locali erano presentiil sottosegretario Letta, i ministri Calderoli, Sacconi, Brunetta, Prestigiacomo, Fitto e Galan, alcuni governatori guidati da Vasco Errani, il presidente dell’Anci Chiamparino e il sindaco di Roma Alemanno.
Contraria l’opposizione.Pierluigi Bersani dice che “la favola è finita” mentre il presidente della Conferenza delle Regioni Errani ritiene che sia”una manovra insostenibile per le ricadute che avrà e per i servizi ai cittadini che le Regioni devono erogare”. Il segretario del Pd non fa sconti al governo: “Ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, invece non è vero niente. La Grecia non c’entra nulla: è un problema nostro. E non vedo riforme. – ha detto da Pechino, dove partecipa al forum Europa-Cina – Questa è una manovra depressiva, è solo un giro di specchi. Non si affronta nulla di strutturale, tagli indiscriminati e nessuna crescita”.
TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA, NO AUMENTO TASSE. L’iter parlamentare della manovra comincerà al Senato, probabilmente la prossima settimana. “I tagli alla pubblica amministrazione ci saranno, cominciando dai ministri” ha spiegato Tremonti. Non sono previsti tagli lineari e sarà rispettata l’autonomia degli organi costituzionali, Regioni comprese. Tremonti ha spiegato che le riduzioni avverranno in modo percentuale e la decisione su dove intervenire spetterà ai singoli ministeri. Confermato il congelamento per tre anni dello stipendio di tutti i dipendenti pubblici. Altro tema sul tavolo, la sanità: il ministro ha spiegato che il governo sta lavorando con le Regioni a costi standard per il settore. Pensioni d’invalidità: “Sono cresciute da 6 a 16 miliardi, torneremo ai criteri rigorosi del 1988”. Tremonti ha sottolineato che “il sistema pensionistico italiano, a regime, è il più solido d’Europa”. La correzione di 24 miliardi sarà spalmata sui due anni: 12 miliardi nel 2011 e altrettanti nel 2012. Ma le misure sono strutturali e quindi per il secondo anno l’intervento complessivo varrà il doppio. Ci sarà poi un “forte contrasto all’evasione fiscale”. “La manovra va fatta – dice il ministro – a prescindere dalla ripresa economica perché ne va della stabilità finanziaria”. Ma garantisce che non saranno aumentate le tasse.
LE MISURE.
L’ultima bozza della manovra prevede la regolarizzazione degli immobili fantasma identificati dal fisco attraverso la mappatura aerea del territorio dovrà avvenire da parte dei proprietari entro il 31 dicembre 2010. I possessori dovranno presentare una dichiarazione di accatastamento che avrà effetto a partire dal gennaio 2009: si dovranno quindi pagare le imposte sugli ultimi due anni e le sanzioni saranno ridotte a un terzo. La sanatoria sarà possibile anche su interventi edilizi che abbiano determinato una variazione della cubatura. Dal gennaio 2011 scattano i controlli di Comuni e Agenzia del Territorio e le contestazioni comportano l’applicazione di una rendita presunta e la richiesta retroattiva dei tributi. La bozza prevede poi lo stop agli aumenti degli stipendi dei dipendenti pubblici già a partire da quest’anno. Inoltre, l’elevamento dell’età pensionabile delle lavoratrici del Pubblico impiego a 65 anni avverrà in anticipo, a gennaio del 2016. Il provvedimento prevede dunque un’accelerazione dell’età pensionabile delle lavoratrici pubbliche con una diversa scansione dell’elevamento dell’età necessario per andare in pensione fino ad arrivare alla soglia dei 65 anni. In particolare è previsto che dal primo gennaio 2010 il requisito anagrafico per andare in pensione sale di un anno, sarà di 62 anni al luglio 2011, di 63 a gennaio del 2013, di 64 anni a luglio 2014 e di 65 anni a gennaio del 2016. Nessun taglio nel comparto istruzione, in particolare per università e ricerca, nella manovra del governo. A quanto si apprende, inoltre, è rimasto a disposizione del comparto il 30% dei tagli già operati nella scuola, per una somma pari a 1,6 miliardi di euro. A fianco dell’operazione manovra c’è anche da segnalare la richiesta fatta dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, al ministero dell’Economia di stabilizzare 20 mila precari. Al momento sembra possibile che si possa arrivare a fare circa 10 mila assunzioni nella scuola.
CONTRIBUTO DI SOGGIORNO E CARTA ISTITUZIONALE. Tra le misure in esame ci sono poi un “contributo di soggiorno” fino a 10 euro per i turisti che alloggiano negli alberghi di Roma e la possibilità di introdurre altri tributi come un aumento del 4 per mille dell’Ici, ad una tassa di 1 euro sugli imbarchi. La bozza prevede poi la scomparsa dei libretti di deposito bancari o postali al portatore e l’arrivo di una carta elettronica istituzionale per effettuare i pagamenti da parte delle Pubbliche amministrazioni. Nell’ultima bozza del testo della manovra economica sono stati cancellati, dall’articolo 9 sulla riduzione della spesa in materia di invalidità, i nuovi tetti di reddito che erano stati ipotizzati come requisiti per l’indennità di accompagnamento. È invece confermata l’elevazione dal 74% all’80% della percentuale di invalidità per la concessione dell’assegno di invalidità, per le domande presentate dal primo gennaio 2011. È anche previsto un concorso delle Regioni alle spese per l’invalidità civile con un accantonamento dei trasferimenti, per il 2011, “nella misura del 45%”.
STIPENDIO PARLAMENTARI.
Per quanto riguarda i tagli alle spesa dei due rami del Parlamento, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha emesso una nota spiegando che “ogni decisione sarà presa d’intesa con Palazzo Madama e dopo che saranno state conosciute le determinazioni del governo in materia e ogni anticipazione al riguardo, come quella avanzata dal quotidiano La Repubblica (che ipotizza un taglio di 1400 euro agli stipendi dei deputati) è pertanto frutto di ipotesi allo stato senza fondamento. A tal fine si ricorda che avrà luogo mercoledì un incontro tra i due presidenti delle Assemblee”.
“AZIONE RIGOROSA CONTRO EVASORI”. Per Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, quella che il governo si appresta a varare è una manovra “forte ma equilibrata, socialmente e politicamente”: “L’impostazione di fondo – spiega – è stata definita a livello europeo per mettere in sicurezza l’euro. Il governo l’ha impostata ricercando un vasto consenso sociale, dalle organizzazioni del lavoro autonomo, raggruppate nel cosiddetto Patto del Capranica, ai sindacati, alla Confindustria, alle Regioni”. Cicchitto riassume così i contenuti: “C’è una fiscalità di vantaggio per il Sud, non esistono tagli dolorosi alla sanità. Si interviene a favore della produttività e delle reti d’impresa. Sul terreno della spesa si incide sugli aspetti clientelari delle pensioni di invalidità, per le pensioni viene mantenuta aperta solo una finestra, c’è un taglio lineare del 10% per ogni dicastero che però sarà gestito sul piano qualitativo da ogni ministro. Esistono interventi equitativi riguardanti il taglio dal 5 al 10% degli stipendi della dirigenza pubblica di fascia A, a quello riguardanti gli enti pubblici e le aziende e i consorzi municipali e vari altri costi della politica. L’altro aspetto decisivo della manovra è che verrà effettuata un’azione molto rigorosa sul terreno dell’evasione fiscale. Per parte nostra abbiamo raccomandato interventi riguardanti le forze dell’ordine e Roma capitale”. Per quanto riguarda la sanità il ministro Ferruccio Fazio ha detto che non ci saranno tagli lineari ma solo “misure per evitare gli sprechi”.
PD: “NON ANDREMO IN PIAZZA MA DISCUTEREMO”.Nell’opposizione si discute e cominciano a profilarsi posizioni diverse. Duro il vicepresidente del Senato Vannino Chiti (Pd): “Finiamola con questa storia che non si mettono le mani nelle tasche degli italiani. Il momento è grave e ci vuole serietà. – ha detto a Uno Mattina – Se, come sembra, quasi la metà di questa manovra, 10 miliardi su 24, viene da tagli a Comuni, Province e Regioni, come fanno a dare i servizi ai cittadini? Il Pd si comporterà con responsabilità. Non faremo agitazioni di piazza ma discuteremo nel merito: se si congelano gli stipendi della pubblica amministrazione, dove c’è anche chi guadagna dai 900 ai 1.200 euro al mese, si colpiscono le fasce deboli e noi non siamo d’accordo”. I sacrifici, ha concluso, “sono necessari, ma la manovra poteva essere minore: 11 o 14 miliardi. Siamo arrivati a 24 perché il governo ha aumentato la spesa corrente e sono diminuite le entrate fiscali. E non si facciano condoni”. Nicola Latorre sottolinea che “una politica di rigore è necessaria, ma queste scelte devono essere ispirate alla massima giustizia sociale e soprattutto devono accompagnarsi a delle politiche di sostegno della crescita”. Diversa la posizione di Marco Follini, secondo cui “votare la manovra è un rischio. Ma forse potrebbe essere anche un investimento, una scommessa sul futuro” scrive nella sua rubrica sul Riformista.
DI PIETRO: “BERLUSCONI HA MENTITO, VADA A CASA”. Antonio Di Pietro vede solo una soluzione per “non finire come la Grecia”: “Chi fallisce e chi dice bugie deve andare a casa. Berlusconi ha detto che l’Italia non era in crisi e poi ha detto che la crisi l’aveva già superata, ma oggi siamo in piena anticamera della Grecia. A casa Berlusconi e il suo governo, se vogliamo salvare il Paese”.