POTENZA. Elisa Claps è stata uccisa con 13 colpi di un’arma da taglio e a punta. È la conclusione a cui è arrivata l’autopsia dell’anatomo-patologo Francesco Introna.
Lo hanno comunicato gli inquirenti durante una conferenza stampa a Salerno. Secondo l’accusa, Elisa è stata uccisa da Danilo Restivo dopo “un tentativo di approccio sessuale” che è stato rifiutato dalla ragazza. Per gli inquirenti, l’uomo infierì sul corpo della giovane. Restivo, di cui i magistrati salernitani hanno ordinato l’arresto, è attualmente in carcere in Inghilterra per un altro delitto. Secondo il pm Rosa Volpe, è comunque “possibile un provvedimento di estradizione temporanea”. “In questa fase – ha aggiunto Volpe – abbiamo un anno per eseguire effettivamente l’arresto”.
Restivo aveva raccontato di aver lasciato Elisa, dopo un breve incontro nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza, e di averla seguita con gli occhi mentre la studentessa sedicenne si allontanava. Secondo il pool di magistrati della procura di Salerno che si sta occupando del caso, però, Restivo in realtà non ha mai potuto vedere la ragazza lasciare il luogo in cui i due si erano dati appuntamento visto che la giovane non ne è mai uscita. Per questo, la Procura generale ha chiesto la custodia cautelare nei confronti di quello che è l’unico indagato da 17 anni per la morte di Elisa. Richiesta che il gip di Salerno ha accolto il 22 maggio scorso.
Elisa, ricostruisce l’accusa, è uscita di casa alle 11 del 12 settembre 1993 assieme a un’amica per incontrare Restivo, con il quale aveva appuntamento mezz’ora dopo nei pressi della chiesa della Santissima Trinità. Le due ragazze giungono in una piazza poco distante dalla chiesa e lì si separano. Elisa raggiunge Danilo, l’amica resta ad aspettare, attesa vana, perché la sedicenne non la raggiunge. È l’amica che decide quindi di andare a casa di Elisa, dove l’aspettano i genitori, e alle 16 dello stesso giorno i parenti denunciano la scomparsa. Danilo Restivo interrogato ammette di averla vista, ma, sostiene, solo per pochi minuti. Una testimonianza che è costata all’ex studente di giurisprudenza, oggi 38enne, una condanna confermata in Cassazione a 2 anni e 8 mesi per false dichiarazioni. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Restivo avrebbe convinto Elisa a seguirlo nei locali attigui alla cattedrale di Potenza, fino al sottotetto, dove avrebbe tentato un approccio sessuale. Elisa si sarebbe opposta, scatenando così la furia del giovane. Rifiutato, Restivo avrebbe colpito 13 volte con un’arma da punta e da taglio, probabilmente grandi forbici, soprattutto al torace. Sono questi l’origine della morte per dissanguamento certificata dall’autopsia di Franco Introna, “di altissimo livello scientifico”, come sottolinea il pg Lucio Di Pietro che precisa come sia ancora secretata. Poi Danilo ha trascinato il corpo in un angolo del sottotetto e lo ha coperto con tegole e materiale di risulta, ricostruisce il pg.
Il procuratore generale ha poi spiegato che “quando abbiamo rinvenuto il corpo di Elisa, questo non era completamente coperto. Parte del materiale usato per nasconderlo è stata asportata. In questa fase ci interessava risolvere l’omicidio. Cercheremo con tutto il nostro impegno di accertare i fatti nella loro interezza, per capire chi può aver rimosso il materiale o se qualcun altro ha trovato prima il corpo di Elisa. Faremo dei passi indietro”.