Continuità o discontinuità assistenziale?

di Redazione

 AVERSA. I responsabili dell’Azienda Sanitaria Locale Caserta 2 hanno mai provato a telefonare ad una Guardia Medica (tecnicamente si definiscono Servizio di Continuità Assistenziale) per vedere se le risposte che sono fornite agli utenti sono adeguate alle richieste?

I dirigenti del Servizio di Continuità Assistenziale hanno mai provato a sentire, direttamente, con quale tono e con quale educazione alcuni dei suddetti medici rispondono ai cittadini, loro datori di lavoro? Sarebbe opportuno che a queste due domande la dirigenza dell’Asl desse il più presto possibile una risposta. A questi dirigenti è mai possibile che non sia arrivata mai, dico mai, l’eco delle proteste che quotidianamente i cittadini riversano, senza sortire alcun effetto, ai carabinieri, al 113, al 118? Sempre più persone si lamentano dei toni infastiditi, delle risposte sgarbate, delle sterili discussioni che nascono ad ogni richiesta di visita domiciliare. Sempre più spesso gli utenti si sentono rispondere che “Siamo impegnati. Sarà meglio che chiamate il 118”. All’anima della continuità assistenziale. Non vogliamo generalizzare, sappiamo che ci sono professionisti seri e coscienziosi, ma se nell’organico attuale dei medici di guardia ci sono poche “mele marce” non sarebbe il caso di “eliminarle” prima che rovinino anche le altre? Fino ad ora non c’è scappato il morto proprio per la presenza del 118, ma se dovesse accadere una tragedia, i parenti della vittima con chi dovranno prendersela?

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