ROMA. Il governo incassa la fiducia al Senato sul ddl intercettazioni con 164 sì e 25 no. Il Pd non ha partecipato alla votazione. Il provvedimento ora torna alla Camera in terza lettura.
Dalla scorsa notte fino a stamani i senatori dell’Italia dei Valori avevano occupato per protesta i banchi riservati ai membri del governo. Il presidente Renato Schifani li ha invitati ad abbandonare i posti occupati. Loro però, capeggiati dal capogruppo Felice Belisario, non si sono mossi. A quel punto, Schifani ha sospeso la seduta ed ha espulso dall’Aula i dipietristi dopo i tre richiami ufficiali, utilizzando una decina di commessi per allontanarli.
DI PIETRO: “NEANCHE AI TEMPI DI MUSSOLINI”. “Ancora una volta, invece di affrontare i problemi, la maggioranza e il suo premier utilizzano un atto di forza per rimuovere il problema. Noi denunciamo lo stato di illegittimità permanente e la risposta é stata un atto di prevaricazione che neanche ai tempi di Mussolini”, ha commentato illeader Idv Antonio Di Pietro, arrivato in Senato e con tutti i 12 senatori, che avevano un fazzoletto tricolore in tasca, denunciando il comportamento della maggioranza “davanti ad un’occupazione – ha detto l’ex pm – per protestare contro una legge criminale che ostacola la giustizia e l’informazione”.
PD: “SERVE NUOVA LEGGE MA E’ NON QUESTA”. A protestare anche il Pd: la capogruppo Anna Finocchiaro ha annunciato che i senatori demografici nonavrebbero partecipatoal voto di fiducia sul ddl intercettazioni, affermando: “Con questa legge voi volete nascondere i vostri affari, l’uso privato delle risorse pubbliche e tutelare la vostra privacy perché volete il popolo cieco bue”. “Il paese – ha esordito Finocchiaro – aveva bisogno di una buona legge perché è intollerabile il mercato della dignità dei soggetti come la fuga di notizie nelle indagini. Serviva una buona legge ma non è la vostra che ora la maggioranza, con fiducia, si appresta a votare”. Una legge, ha criticato il presidente dei senatori Pd, “che limita l’uso delle intercettazioni come strumento per l’acquisizione della prova, limita le intercettazioni ambientali così che la chiacchierata tra Erika e Omar non sarebbe più captabile”. Una legge, ha incalzato Finocchiaro, che “non tutela la privacy dei soggetti ma i criminali, uccide la libertà di informazione e limità i mezzi a disposizione degli investigatori per individuare e punire i colpevoli”.
GASPARRI: “PDL VOTA SI CON ORGOGLIO”. “Votiamo sì orgogliosi e convinti, come sempre, questa legge utile e importante”. Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, conclude la sua dichiarazione di voto sulla fiducia posta dal governo al ddl intercettazioni rivendicando la bontà del provvedimento con un intervento accalorato e fortemente polemico verso il Pd che ha lasciato l’Aula. “Siamo orgogliosi di avere fatto un confronto, il Pdl si confronta e applica al suo interno la democrazia che voi oggi ignorate e calpestate” quasi urla Gasparri tra gli applausi dei senatori del suo gruppo. “Alla Camera, col voto segreto – annuncia Gasparri – avremo più voti della maggioranza. Molti di voi si vergognano di votare contro questa legge, perciò uscite dall’aula”. “L’atteggiamento dei colleghi non è un atteggiamento democratico, manifestano il disprezzo delle istituzioni e l’arroganza” attacca Gasparri che poi nel merito della legge la difende con puntiglio. “Se tutto è pubblicabile si fa un favore ai criminali” sostiene assicurando che “il giornalismo di inchiesta è tutelato da questa legge”. “Le intercettazioni – sostiene Gasparri sono solo l’extrema ratio per le indagini e invece ora se ne fa un uso costante, continuo per indagare, anzi si comincia intercettando”. Gasparri, poi, cita alcuni “colleghi giornalisti” come Piero Ostellino che “sul Corriere della Sera ha scritto che ‘i processi si fanno in Tribunale e non sui giornali” e il presidente dell’ Ansa Giulio Anselmi “che tempo fa ha detto ‘una legge sulle intercettazioni e’ necessaria perché abbiamo pubblicato intercettazioni inutili e dannose”. “Io come giornalista – tuona Gasparri – provo vergogna per l’ uso che i colleghi hanno fatto e fanno delle intercettazioni”. Secondo il capogruppo del Pdl “vengono usate da certa stampa contro Berlusconi per cercare di ribaltare la volontà democratica”. Non poteva mancare, in coda, un attacco a Massimo D’Alema che “tempo fa ha detto che ‘ai giornali non vanno date multe ma vanno chiusi’. “Ebbene – commenta Gasparri – noi diciamo il contrario, noi difendiamo i giornali a differenza di certa cultura di sinistra”. Una chiusa applaudita dai senatori della maggioranza.