Rifiuti, per Tanalab è “disastro ambientale”

di Redazione

emergenza rifiutiAVERSA. Riceviamo e pubblichiamo il documento letto dal collettivo Tanalab durante l’assemblea de La Sinistra aversana tenutasi stamani nell’auditorium dell’ex Macello.

“Prendiamo atto della latitanza dal governo della nostra città, del nostro amministratore, finalmente ufficializzata con un atto pubblico di dimissioni che speriamo definitive, (assieme agli altri sindaci del consorzio GeoEco), sicuramente l’unico atto di responsabilità, compiuto dal nostro sindaco che in un comunicato affisso per la nostra città candidamente dichiara che non ha, ne ha mai avuto alcuna responsabilità soggettiva e oggettiva nella direi congestione del sistema rifiuti. Infatti, neppure l’ordinanza di apertura del sito di stoccaggio nel 30 marzo 2004, tuttora in attesa di bonifica, in località ‘Cappuccini’ fu un atto di responsabilità visto che nei pressi c’erano e ci sono una scuola elementare, l’ospedale civile ‘Moscati’ ed un popoloso quartiere. Avrebbe dimostrato una grande responsabilità se invece avesse attinto ai fondi stanziati dal Por Campania 2000-2006, che approvava un finanziamento di 10mila euro ai Comuni per l’incremento della raccolta differenziata, in coerenza con la normativa comunitaria relativa alle priorità nella gestione dei rifiuti (riduzione della produzione, riutilizzo, riciclo, recupero di materia, recupero di energia e smaltimento). Come hanno fatto i comuni virtuosi di Baronissi, Castel San Giorgio, Mercato San Severino, Nocera Superiore, Sorrento, Bellizzi, Atripalda e Forino, differenziando il 35% dei rifiuti, consentendo alla collettività un notevole risparmio in termini economici e un evidente miglioramento della qualità della vita.

Ha proprio ragione signor Sindaco, l’onere della sua debacle è solamente dei cittadini che le hanno dato incautamente ancora una volta fiducia dopo una prima deludente legislatura e che continuano nella più deleteria indifferenza a sopportare una situazione così drammatica i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti.

Stiamo vivendo una grave situazione di emergenza democratica, sanitaria ed ambientale che forse non ha eguali nelle altre regioni italiane. Di fatto in Campania viene continuamente violata ed oltraggiata la dignità della persona umana e del cittadino, attraverso la negazione delle norme basilari dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. Ai cittadini campani il diritto alla salute, garantito dall”articolo 32 della Costituzione, è ormai calpestato. Come ben tutti sappiamo, stiamo pagando lo scotto di un aumento della mortalità per cancro sia negli uomini che nelle donne, ed un aumento delle malformazioni congenite nei bambini. È ancora negato ai cittadini campani il diritto alla tutela del paesaggio, garantito dall”articolo 9 della Costituzione italiana: difatti le modalità con cui è stata affrontata l”ordinaria gestione dei rifiuti solidi urbani non solo hanno disatteso la normativa vigente in materia puntando unicamente sulla fase finale di smaltimento dei materiali e non sul recupero degli stessi finalizzato al riciclo del decreto Ronchi ma hanno deturpato il paesaggio con il deposito sul suolo di chilometri quadrati di piramidi di ecoballe, accumulate da anni in siti “provvisori” adiacenti sia alle zone agricole come Taverna del Re, da cui sia il mercato interno alla Regione che quello nazionale attingono prodotti ortofrutticoli che a zone di grande valore ambientale come l’oasi Wwf di Persano.

Per non parlare del sistema scellerato di malaffare politico, imprenditoriale e mafioso che per anni hanno avvelenato la nostra terra e continuano a farlo tuttora, le cui indagini hanno portato Antonio Bassolino, in qualità di commissario per l’emergenza dal maggio 2000 al febbraio 2004, e gli ex vertici della Impregilo (società a cui era stato affidato lo smaltimento dei rifiuti), Pier Giorgio Romiti e Paolo Romiti al rinvio a giudizio. Il disastro è così immane da spingere gli esperti della Organizzazione mondiale della sanità ad affermare, e cito testualmente dal loro rapporto, che non sono disponibili nella letteratura specializzata, studi paragonabili per la complessità delle sorgenti inquinanti, e la molteplice natura delle esposizioni, diffuse in una zona ad alta densità di popolazione, già soggetta a un coacervo di fattori di rischio ambientale, sia di tipo chimico sia di tipo igienico-sanitario.

Ringraziamo dunque il professor Rosato di questa iniziativa che noi riteniamo utile ai fini della condivisione di un percorso di resistenza e di lotta che noi di TanaLab abbiamo intrapreso da qualche tempo, e ci dispiace caro Professore di non averla più vista nelle riunioni settimanali, insieme ad altri cittadini che pur partendo da percorsi culturali diversi, intendono rendersi parte attiva nella scelta delle politiche ambientali della nostra città e della nostra regione. Intendiamo da questo tavolo lanciare un appello a tutti i presenti per condividere insieme questo percorso superando tutte le divisioni nel rispetto delle reciprocità culturali e ideali.

In seguito alla nostra ultima riunione, come sempre aperta a tutte le forze sane della città, abbiamo convenuto di chiederle, caro Professore di farsi promotore di quanto segue:

Di presentare in seno al Consiglio Comunale una mozione che dichiari il disastro ambientale per la città di Aversa;

Di promuovere una sorta di class action contro il Comune di Aversa ed il consorzio GeoEco, individuando gli opportuni strumenti giuridici, per il risarcimento di parte della tarsu ai sensi del Decreto Legislativo 15 novembre 1993 n. 507, dove già esiste una Sentenza del Giudice di Pace di Napoli 27 aprile 2006 (Emergenza rifiuti – Danni provocati alla salute dei cittadini – Risarcibilità);

Di presentare in seno al Consiglio Comunale l’istanzadi presentarsi parte civile contro l’ex Commissario Straordinario per l’Emergenza Rifiuti nella persona di Antonio Bassolino così come ha già fatto il Comune di Cancello ed Arnone e altri Comuni della Campania;

Di chiedere in seno al Consiglio Comunale di attivarsi da subito per iniziare una seria e coerente raccolta differenziata ai sensi del Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22.

Di chiedere alla Asl Ce2 di iniziare un monitoraggio della popolazione per l’incidenza di avvelenamento di diossina nel nostro organismo.

Non è più tempo di divisioni ne di discussioni, chiediamo tutto ciò perchè questa folle corsa verso un disastro già immane venga fermato. E’ in gioco il nostro futuro.

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