ROMA.“Credo che alla fine si riuscirà a trovare un’intesa, quello che conta è che le regioni, come lo Stato, riflettano su se stesse”.
Lo ha detto il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, commentando la protesta degli enti locali contro i tagli previsti nella manovra. “Non hanno davvero nessun ente da sciogliere, nessuna agenzia tra le tante prodotte in questi anni? – si è chiesto il ministro a margine della relazione annuale della commissione di garanzia sugli scioperi – Nessuna azione di dimagrimento da fare? Sono davvero esenti dalle esigenze che lo Stato avverte e ci hanno portato allo scioglimento di 15 enti in questa manovra? Questa credo sia la riflessione che anche le regioni devono fare”. Sacconi ha quindi invitato anche a tenere conto del fatto che “tutta questa discussione avviene al fondo del netto sanitario che è garantito”.
Il leader della Lega Umberto Bossi condivide invece l’allarme delle Regioni sulla manovra. “È un bel problema, la manovra non tocca il federalismo ma le Regioni si sentono nude, di avere troppo poco. Bisognerà trovare la via per aiutare le Regioni più virtuose”.
Intanto, arriva la protesta dei sindaci che manifesteranno davanti al Senato il 23 giugno prossimo in concomitanza con la seduta della Conferenza Stato-città che deve discutere delle proposte di emendamenti avanzate dall’Anci sulla manovra. Lo ha annunciato il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino, parlando al direttivo dell’associazione convocato per discutere i contenuti della manovra. Chiamparino ha annunciato che una delegazione di sindaci salirà al Quirinale per incontrare il presidente Giorgio Napolitano e parlare della manovra e “delle iniquità verso gli enti locali”. “Tutti ci auguriamo – ha detto Chiamparino – che il governo accolga le nostre richieste e ci convochi al più presto così da potere evitare di manifestare il 23. Abbiamo deciso quella data perchè in quel giorno al Senato cominciano le votazioni ed abbiamo coinvolto cittadini e parti sociali. Quel che chiediamo è un riequilibrio radicale dei tagli che al momento pesano per il 90% sull’insieme delle autonomie locali mentre il centro ed in particolar modo i ministeri vengono toccati in minima parte. Questa disparità va assolutamente corretta altrimenti questa manovra è iniqua e quindi inaccettabile”. Chiamparino ha ribadito che i comuni non cederanno su una dimensione di tagli “che mette in ginocchio i sindaci senza alcuna considerazione della loro ragione principale che è quella di erogare servizi ai cittadini; in questo modo viene meno – ha concluso – il nostro ruolo di soggetti istituzionali della Repubblica”.
Decisamente scontenti del testo della manovra anche i magistrati che per bocca del presidente dell’Anm Luca Palamara dichiarano: “Sulla manovra economica “non arretreremo di un solo millimetro, per la tutela e la difesa del settore giustizia”. “Soprattutto – ha aggiunto Palamara – non arretreremo sulla iniquità della manovra e sugli aspetti di irragionevolezza, compresi quelli relativi alle retribuzioni”.
Molte anche le critiche politiche al provvedimento che è in discussione in Parlamento. “Questo è un governo criminale sul piano economico e su quello della giustizia. Come tale, prima va a casa e meglio è per tutti. Infatti, chi ha provocato la crisi che sta attraversando il Paese non può pensare di risanare i danni, penalizzando i cittadini onesti, i precari, i giovani, i cassintegrati e tutte le categorie deboli. Riteniamo che il costo di questa manovra economica lo debbano pagare gli evasori, gli speculatori e i furbetti della cricca. L’Italia dei Valori ha già presentato una contromanovra in tal senso, che prevede delle disposizioni drastiche per gli evasori e permette un rilancio dell’economia attraverso misure strutturali adeguate” sostiene il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.