ROMA. Non cè dubbio che la manovra finanziaria messa in atto per proteggere la nostra economia dalle speculazioni sui mercati finanziari chiede sacrifici un po a tutti.
Ma guardando nei meccanismi di dettaglio della manovra si scopre qualcosa di inaspettato: il sacrificio richiesto alla casta è in proporzione ben minore di quello chiesto ad altre categorie, come i dipendenti pubblici.
Prendiamo ad esempio il comparto della scuola. Cosa accadrà per i docenti e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola pubblica? Lo abbiamo calcolato partendo dal personale dipendente fino ad arrivare ai sottosegretari (per quanto riguarda il ministro, essendo anche parlamentare, bisognerà attendere le deliberazioni annunciate dai presidenti di Camera e Senato al termine delliter parlamentare di conversione in legge del decreto sulla manovra economica). Personale dipendente (docenti, personale amministrativo, ausiliari, etc): -11/-15% Dirigenti ministeriali-2,5% Capi dipartimento-5,6% Sottosegretario-6,0%. Per il personale dipendente la riduzione si riferisce a quello colpito dal blocco dello scatto di anzianità (circa il 50% del totale) oltre che del contratto, e misura limpatto in termini di riduzione percentuale rispetto al salario che si sarebbe avuto nel 2011 senza la manovra.
Come si vede, ne emerge una piramide rovesciata (e sproporzionata) che pone un problema di equità di intervento. Da qui nascono le rimostranze del personale scolastico che, tra le altre cose, in questo momento, è alle prese con i tagli previsti dalla riforma Gelmini agli organici sia del personale docente che del personale Ata che stanno causando numerosi casi di personale divenuto in soprannumero nella propria scuola dopo più di dieci anni di servizio.