Droga, condannato il generale dei Ros Giampaolo Ganzer

di Redazione

Giampaolo GanzerMILANO. Il generale Giampaolo Ganzer, attuale comandante del Ros, è stato condannato a 14 anni di carcere a Milano nell’ambito del processo su presunte irregolarità in operazioni antidroga condotte negli anni ’90 da un piccolo gruppo all’interno del reparto speciale dell’Arma.

Il comandante del Raggruppamento operativo speciale (Ros) dei carabinieri è stato condannato per “aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, al peculato, al falso e ad altri reati, alfine di fare una carriera rapida”.

Davanti ai giudici dell’ottava sezione penale, presieduta da Luigi Capazzo, il pm Luisa Zanetti aveva chiesto 18 condanne tra i 5 e i 27 anni di reclusione. La pena più alta era stata chiesta proprio per il generale Ganzer e per Mauro Obinu, ex ufficiale del Ros poi passato al Sisde. La complessa vicenda giudiziaria che vede imputato l’attuale capo del Ros fa riferimento a fatti avvenuti tra il 1990 e il 1997, ed era iniziata a Brescia, poi era stata trasferita a Milano per la presenza tra gli indagati del magistrato Mario Conte (processato da solo e a parte), quindi andata a Bologna e infine riassegnata dalla Cassazione al capoluogo lombardo quando erano scaduti tutti i termini per gli accertamenti.

“Le sentenze non si possono che rispettare. Aspettiamo le motivazioni”. E’ stato questo il primo commento del generale Ganzer dopo la sua condanna. “Questa è una sentenza eccezionalmente complessa, con una chiave di lettura sofisticata da parte dei giudici”. Uno dei suoi legali, l’avvocato Fabio Belloni, difensore anche di Gilberto Lovato e Rodolfo Arpa (due ex sottoufficiali condannati rispettivamente a 13 anni e 6 mesi e a 10 anni), ha espresso soddisfazione perché i giudici hanno “cancellato” il reato associativo contestato agli imputati. “La condanna per i singoli fatti e non per il reato associativo – ha spiegato il legale – può voler dire che i giudici hanno riconosciuto la legittimità dell’impianto delle operazioni antidroga, ma contestato l’illegittimità di singole operazioni e singoli fatti”. Il modo in cui, secondo l’avvocato, “i giudici hanno cesellato i reati ‘satellitari’ rispetto all’associazione porta a dire che questa è una sentenza eccezionalmente complessa”.

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