Governo di larghe intese proposto da Udc: tutti contrari, tranne i finiani

di Redazione

Pier Ferdinando CasiniROMA. La proposta di un “governo di larghe intese” con Berlusconi alla guida, lanciata dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, non trova molte sponde, sia nell’opposizione ma anche all’interno della maggioranza.

“Qualsiasi soluzione possibile per garantire un governo al paese che affronti le emergenze e aiuti il passaggio verso un bipolarismo moderno ed europeo – spiega il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini – per noi non può che passare attraverso il superamento e la chiusura dell’era di Berlusconi”. “Casini dice che Berlusconi può stare lì perchè ha vinto le elezioni. Ma Berlusconi ha anche fallito, e mi sembra che questo sia un punto insuperabile” aggiunge il segretario del Pd, Pierluigi Bersani.

Porta chiusa anche dall’Idv. “Casini chiami le cose con il proprio nome. Il governo che propone è solo un gran pasticcio che gli consente di tener aperti almeno due tavoli – taglia corto il senatore Felice Belisario, capogruppo dell’Italia dei Valori a Palazzo Madama – Bisogna tornare al voto”.

Anche all’interno della maggioranza l’idea di un nuovo governo allargato trova resistenze. “Un governo di larghe intese – attacca il ministro degli Esteri Franco Frattini – è l’ultima cosa al mondo che potrebbe essere spiegata ai nostri elettori: sarebbe un tradimento”. E il ministro per l’Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, commenta:

“Casini? Ben venga ma solo se si parla di allargamento del centrodestra”. Nettamente contraria la Lega:”Proposta improponibile e inaccettabile. La Prima Repubblica, la politica dei salotti e le maggioranze che cambiano a tavolino, è finita da un pezzo”. I finiani, invece, aprono. “Bisogna trovare un modo per allargare la maggioranza all’Udc, partendo da una piattaforma programmatica e non da un problema di numeri” dice Italo Bocchino.

L’Udc, però, insiste. Stavolta per bocca del presidente Lorenzo Cesa che prima ribadisce che i centristi “non hanno nessuna intenzione di entrare in questo governo”, poi rilancia l’idea delle larghe intese: “Stiamo parlando di una cosa diversa, stiamo chiedendo al presidente del Consiglio, a fronte delle difficoltà che vive il Paese, di prendere atto della situazione e di fare un appello alle opposizioni, compreso il Pd, e a chi vuole aderire a questa idea”. Questo perché, secondo il segretario dell’Udc, “se andiamo ad elezioni con questo sistema, il giorno dopo avremo la stessa identica situazione. Non affrontare seriamente il discorso delle riforme sarebbe irresponsabile”.

Secondo il premier Silvio Berlusconi, comunque, “per creare nel Paese un clima favorevole alle riforme e all’azione del governo serve il contributo di tutti e mi sembra che ‘Liberamente’, che non è certo una corrente, e non dovrà mai esserlo, ma un luogo di approfondimento culturale e di dibattito politico, stia facendo un buon lavoro. Finora ha promosso incontri e dibattiti interessanti su molti temi come giovani, occupazione, Sud, federalismo”.

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