ROMA. “Nella coalizione di Di Pietro non ci starò”. Così il presidente dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un’opinione sull’invito del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, per entrare in una coalizione per la legalità.
“C’è qualcuno – ha detto Casini – che vorrebbe le larghe intese prescindendo da Berlusconi, come se Berlusconi non dovesse esistere. O peggio, partendo da una politica di larghe convergenze con veto su Berlusconi che è quello che ha vinto le elezioni”. “Credo – ha proseguito – che questo sia un percorso irrealistico. E’ chiaro che quando si parla di armistizio tra i partiti si parla anche di un coinvolgimento di tutti: da Berlusconi a Bersani. E’ un ragionamento diverso rispetto a quello fatto fino ad oggi nel quale tutti sono all’autosufficienza, sono all’esibizionismo, pensano di governare il paese da soli o magari contro gli altri”.
“La questione morale esiste, grande come un macigno. – ha sottolineato invece Casini – E chi non la vede veramente vive fuori dalla realtà. C’è troppa gente che ruba. Ci sono troppi mercanti che vanno scacciati dal tempio”. Ma in merito ad una possibile commissione d’inchiesta sulla P3 Casini ha spiegato che “bisogna andarci piano. In questo momento c’è la magistratura che sta facendo un buon lavoro. Io ho totale fiducia perché ci dicano cosa cosa é successo in questo paese”. “Oggi cè bisogno di unalternativa, noi vogliamo avanzare la proposta di un partito per la nazione, per gli italiani, che ricucia lItalia e che si ponga il problema delle scelte impopolari che gli italiani devono purtroppo fare”.
Sullelezione del Csm risponde: “Personalità autorevoli come Marini non possono subire veti e non ci possono essere imposizioni. Il Parlamento elegga otto personalità di altissimo livello e poi togati e laici insieme individuino la soluzione. Lincomunicabilità tra magistrati e politici deve finire”.
Non manca una sferzata alla situazione nel centrosinistra: “Quella di Vendola è una campagna diretta verso il Pd. – ha dichiarato a Sky Tg24 -Se il Pd decidesse di candidarlo noi del partito della nazione avremo l’assicurazione di essere almeno al 20-25%”.
L’ex presidente della Cameracommenta infine la scelta della Fiat di trasferire parte della produzione in Serbia. “Per il paese è un rischio grosso, manca una politica industriale costruttiva per le grandi aziende come la Fiat”. Nel corso del meeting con i giovani dell’Udc Casini aveva spiegato: “Da quando si è intrapreso il percorso della Chrysler, si doveva capire che la internazionalizzazione della Fiat avrebbe portato conseguenze anche in Italia”. Secondo il leader centrista “chi non ha voluto guardare la realtà in faccia oggi si meraviglia. Ma si meravigliano solo loro perché la gente che voleva guardare le cose le ha viste”.