ROMA. L’Aula della Camera ha definitivamente approvato la manovra economica da 24 miliardi di euro per il 2011-2012.
Il testo, su cui ieri il governo aveva incassato la fiducia, è passato a Montecitorio con 321 sì, 270 no e 4 astenuti. Per il voto finale si è visto a Montecitorio anche il premier Silvio Berlusconi, che ha avuto un colloquio con il ministro dell’Economia Giulio tremonti.
Della manovra ha parlato, durante la cerimonia del Ventaglio, anche il presidente del Senato Renato Schifani: “La manovra – ha detto – è dolorosa ma evita il default come è successo per la Grecia. L’entità della manovra ci mette al riparo da speculazioni finanziarie”. “C’è un clima di difficoltà economica – ha aggiunto Schifani- che nasce da Oltreoceano e per sopperire all’esigenza della riduzione del debito si è fatta una manovra in cui si chiedono sacrifici ai cittadini italiani. L’esigenza primaria è la tenuta dei conti”.
Tra le principali novità del testo, identico a quello approvato dal Senato (dove pure aveva incassato la fiducia), il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, la riforma delle pensioni e i tagli per Regioni, Province e Comuni. Arriva inoltre la riduzione delle retribuzioni dei manager, la stretta sull’evasione fiscale e le assicurazioni, i tagli ai ministeri e ai costi della politica. Entrano anche le norme per la libertà d’impresa, i rincari dei pedaggi autostradali e la sanatoria per oltre due milioni di ‘case-fantasma’. Nel complesso la manovra vale circa 25 miliardi di euro.
OPPOSIZIONE. Se per la maggioranza il provvedimento era necessario per evitare al Paese il rischio di crisi modello Grecia ed è equo, le opposizioni e gli Enti locali la pensano in modo completamente diverso. Nelle dichiarazioni di voto finali, il Pd ha confermato il suo giudizio negativo e ha messo in guardia dal rischio che presto arrivi una nuova correzione: “Il nostro è un parere negativo
– ha affermato il capogruppo del Pd in commissione bilancio, Pier Paolo Baretta – temiamo che non risolverà i problemi e ce ne aspettiamo un’altra, non è equa e non aiuta la crescita. Tra due mesi avremo un’altra manovra, fra due mesi arriverà la finanziaria vera e allora dovremo vedere la capacità del governo di saper imprimere una svolta alla politica economica governo”. “Quella che la maggioranza si appresta a votare è una manovra iniqua ed illegale, il secondo atto di viltà politica dopo quello di aver nascosto ai cittadini la crisi. E’ un provvedimento che non serve ai cittadini né tanto meno al nostro paese. Non rimette i conti dello stato in ordine, taglia risorse essenziali, aumenta le tasse, farà crescere il debito pubblico e non sostiene in alcun modo lo sviluppo – ha detto Renato Cambursano, capogruppo Idv in commissione – Questo governo e questa maggioranza hanno fallito su tutta la linea e a pagare come sempre saranno i cittadini onesti che, a causa dei tagli agli enti locali, si ritroveranno a dover pagare più tasse per i servizi essenziali”.
QUESTIONI IRRISOLTE. Il voto finale e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non chiudono lo strascico delle questioni irrisolte sulle quali già diversi ministri hanno assunto impegni formali da adottare molto probabilmente in autunno con la nuova legge di stabilità, la ex finanziaria.
Questi i nodi che andranno sciolti nei prossimi mesi:
Diplomatici. Potrebbero arrivare modifiche al taglio lineare del 10% alla Farnesina e il blocco degli stipendi, misure contro cui hanno scioperato i diplomatici. Berlusconi ha assicurato che il governo andrà incontro alle loro richieste.
Quote latte. Sulla proroga del pagamento delle multe per le quote latte pende il verdetto di Bruxelles che ha avvertito sul rischio dell’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Anche oggi, dopo il voto finale, il commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos ha fatto sapere che “la Commissione Europea è delusa nell’apprendere che l’Italia ha votato una misura che sembra essere contraria alle regole dell’Ue sul rimborso delle multe per il superamento delle quote latte. Ora esaminerà sotto il profilo giuridico il testo votato e non esiterà a intraprendere l’azione necessaria contro l’Italia se la misura non è conforme alle regole Ue”.
Tagli alle Regioni. E’ ancora aperta la partita fra governo e Regioni sui tagli contenuti nella manovra. Il governo intende risolvere la questione con il federalismo fiscale, ma al momento non c’è nessun accordo con i governatori.
Parchi. Anche il taglio del 50% agli enti vigilati potrebbe essere rivisto con la legge di stabilità in autunno. Oltre alla ricerca c’è anche il nodo parchi su cui il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha assicurato che saranno ripristinati i fondi. La Camera, inoltre, ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo a ricostituire un flusso di finanziamenti adeguato agli enti parco nazionali.
Sicurezza. Il governo dovrebbe dare seguito all’ordine del giorno che esclude dal congelamento degli stipendi alcune indennità delle forze armate.
Cultura. Nel mirino il taglio del 50% delle risorse destinate agli istituti culturali e le riduzioni ai trasferimenti a Regioni ed Enti locali che si ripercuoteranno sul settore. Il ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, ha assunto impegni sul ripristino delle risorse per i musei.
Università. C’è l’impegno del governo a recuperare una parte del taglio di 1,3 miliardi per l’università. In particolare, ha assicurato il ministro maria stella gelmini, ci saranno 40 milioni di euro per ripristinare gli scatti di stipendio ai ricercatori.