AVERSA. Durante la manifestazione di oggi, con centinaia di studenti in piazza, è stato distribuito questo volantino dagli studenti aderenti al Comitato in difesa della Scuola Pubblica (CSP) di Aversa.
Negli ultimi giorni laccumulo dimmondizia per le strade aversane e fuori le scuole ha riaperto lo stato di crisi. La risposta degli studenti è giusta, ma non può prescindere dalle politiche degli ultimi anni. Da quasi 15 anni la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania è sotto il controllo di un commissario straordinario nominato dal governo. Ad oggi, la gestione commissariale è costata allo stato 500 milioni di euro di debiti, mentre 1 miliardo e 300 milioni di euro sono stati destinati alla risoluzione dellemergenza. La questione dei rifiuti non è solo una questione di immagine, di decoro cittadino o economico: è ormai una questione di vita o morte. Il rapporto dellOrganizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato nello scorso aprile, rileva unimpennata dei tassi di mortalità generale del 9% tra gli uomini e del 12% tra le donne in otto comuni campani (Acerra, Bacoli, Caivano, Giugliano, Aversa, Marcianise, Castelvolturno, Villa Literno) e registra negli stessi comuni un aumento pari all84% del rischio di malformazioni congenite allapparato uro-genitale e al sistema nervoso. Mentre la Campania continua ad assorbire rifiuti tossici illegali da tutta Italia, non riesce a risolvere in modo pulito o quantomeno normale il problema dello smaltimento dei propri rifiuti solidi urbani. Le ragioni di questa situazione vanno ricercate nell intreccio di affari che ruota intorno allo smaltimento dei rifiuti. Le istituzioni, a tutti i livelli, incuranti delle 655 discariche abusive censite, pur di non intralciare le attività camorristiche che fanno della Campania un crocevia dello smaltimento di rifiuti tossici di tutta la nazione, non percepiscono lontanamente come un problema il calpestamento del diritto alla salute della popolazione. Lo Stato ha evidentemente fatta propria la lezione della camorra efficacemente sintetizzata dallormai classico: la munnezza è oro! Infatti in dieci anni (1995 2005) la camorra ha guadagnato 26,9 miliardi di euro, secondo Legambiente, un vero e proprio impero economico, fondato sul risparmio e la convenienza di un pugno di capitalisti che utilizza la camorra per risparmiare sui costi dello smaltimento. Le risposte date fino ad ora non sono state efficaci,non si può continuare a proporre discariche su discariche, è necessario lottare e unire le battaglie dei singoli comitati di lotta presenti nella regione(da Acerra a taverna del re).lunica strada è rivendicare il nostro diritto alla salute tenendo presente quali interessi vengono difesi dalle politiche sui rifiuti e rilanciando delle rivendicazioni chiare:
· Ritiro del piano regionale dei rifiuti: lattuale piano garantisce solo morte e malattie ai cittadini.
· No agli inceneritori: una tecnologia antiquata, ormai in disuso in tutto il mondo ma che è una macchina di soldi (per pochi) e di morte (per tanti troppi).
·Un piano di raccolta differenziata che preveda unadeguata rete di contenitori specifici per ogni tipologia di rifiuto, la raccolta casa per casa e che miri al riciclaggio totale.
· Ripubblicizzazione dellintero settore dei rifiuti: il fallimento della privatizzazione lo viviamo giorno dopo giorno, a caro prezzo sulla nostra pelle! Solo con la creazione di aziende municipalizzate e associate attraverso coordinamenti sotto il controllo democratico dei lavoratori e dei cittadini, con la garanzia della revocabilità delle cariche, potremo risolvere il problema.
· Costruiamo un vero coordinamento provinciale di tutte le vertenze ambientali e dei comitati di lotta . Uniti si vince!.