ROMA. Il finiano Benedetto Della Vedova annuncia l’accordo parlando di “convergenza”. Italo Bocchino si affretta a escludere la semplificazione linguistica di “terzo polo” mentre il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa la chiama “area di responsabilità”.
Definizioni a parte, è ormai ufficiale che i finiani, l’Api di Francesco Rutelli, i centristi di Pier Ferdinando Casini e l’Mpa di Raffaele Lombardo hanno creato un fronte comune su Caliendo: tutti e quattro i gruppi hanno deciso infatti dopo essersi confrontati, che si asterranno dal voto sulla mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario alla Giustizia indagato nell’inchiesta sulla cosiddetta P3.
I deputati del fronte astensionista sono 85. Ne fanno parte i 33 finiani di Futuro e Libertà, i 39 dell’Udc, gli otto dell’Api e i cinque dell’Mpa. Se anche i repubblicani, come hanno preannunciato, scegliessero l’astensione , la pattuglia arriverebbe a quota 87.
“C’è convergenza sulla posizione dell’astensione per ciascuno all’interno del proprio gruppo” ha reso noto Della Vedova al termine del vertice tra Fli, Udc, Api ed Mpa. Ma sul fatto che l’accordo su Caliendo segno di fatto la nascita di un terzo polo, il finiano Bocchino è cauto. “Nel sistema bipolare non esiste il terzo polo. Sarebbe come giocare a tennis seduti sulla rete…” spiega. “Quindi, lealtà al governo Berlusconi da parte del gruppo Futuro e libertà?” gli chiedono al termine della riunione con l’Udc, l’Mpa e l’Api. “Lealtà al mandato ricevuto dagli elettori”, è la replica di Bocchino. Neanche il segretario dellUdc, Cesa, vuole chiamarlo “terzo polo”. Piuttosto, spiega, “oggi nasce unarea di responsabilità che speriamo vada oltre il caso Caliendo e continui anche su altre questioni”. “Nasce unarea – aggiunge Cesa – che a settembre-ottobre speriamo possa convergere anche su altre questioni che il Parlamento affronterà”.
Alla luce dell’accordo sull’astensione, il ministro Ignazio La Russa torna a ribadire di non essere preoccupato per la tenuta del governo. L’Idv invece attacca i finiani: “Alla faccia della coerenza! Fanno una battaglia sulla legalità, su questa rompono accordi di legislatura, e poi alla prima occasione in cui sono chiamati a prendere posizione assumono l’aria svagata di chi non c’era o se c’era dormiva. Ci saremmo aspettati più coraggio”.
Intanto, in riferimento alla mozione di sfiducia nei suoi confronti Caliendo fa sapere di essere intenzionato ad andare avanti. “La valutazione politica la fa il governo, il presidente del Consiglio e comunque io continuo il mio lavoro e rispondo alla mia coscienza – dice – se avessi fatto qualcosa, anche solo in termini di scorrettezza, farei le mie valutazioni, ma non avendo fatto nulla….”. Per il presidente dei senatori del Pdl, Fabrizio Cicchitto “se questa mozione passasse potrebbe avere conseguenze politiche devastanti e costituirebbe un precedente anche per coloro che lhanno proposta”, ovvero “si andrebbe ad un chiarimento politico e alle conseguenti elezioni”.